Le immagini mostrano una macchina, quella del sottoscritto, messa di traverso, all’ingresso di un garage, che sembra ostruire il passaggio alla macchina che sta dietro, dove il conducente urla la sua frase, come se avesse assistito in diretta a un delitto di inaudita violenza. Chiama, o fa finta di chiamare i vigili urbani che stanno passando e li invita a multare la macchina del paladino della legalità, che sta infrangendo la legge. I vigili non hanno ritenuto di multarmi, trattandosi di una sosta momentanea, il tempo per dare a una persona di passaggio un documento che tenevo in macchina, ma l’ossesso, che poi si è scoperto essere amico del solito Michele col sombrero, continua a urlare la sua frase, dicendo che deve partire. E va bene.
Non ho mai preteso di essere un paladino della legalità. Se ne esistono, lo sono i magistrati che applicano le leggi con severità e fanno il proprio lavoro anche a costo della vita. Lo schizzato urlatore è lui invece: l’autentico paladino della legalità, dal momento che pretende la rigida applicazione della legge, non nei confronti di tutti coloro, nel nostro caso automobilisti, che la infrangono quotidianamente per motivi di necessità o per momenti in cui si trovano ad affrontare particolari situazioni di difficoltà. Per loro non c’è bisogno di urlare né di registrare, sono perdonati o egli non se ne accorge, ma solo per Pino Maniaci, al quale non è consentito il minimo errore. Un consiglio al nostro paladino della legalità che deve partire? Vai pure a quel paese!
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