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Pagina di diario, in ricordo di Rita Atria e non solo

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26 luglio 2018. Diario del giorno

Prima di fare una breve rassegna su alcuni fatti del giorno, non possiamo fare a meno di ricordare il 26° anniversario della morte di Rita Atria, la ragazza di 17 anni, di Partanna, che sette giorni dopo la morte di Borsellino, che l’aveva accolto e protetta, come un padre, decise di buttarsi dal balcone del settimo piano di un palazzo di Roma, di viale Amelia, 23, dove viveva in regime di protezione, lasciando questa drammatica testimonianza: «Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci. Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta». Nel 1985, all’età di undici anni Rita Atria aveva perso il padre Vito Atria, mafioso della locale cosca ucciso in un agguato. Molto legata al fratello Nicola ed alla cognata Piera Aiello, aveva raccolto da questi una serie di informazioni e confidenze sugli affari e sulle dinamiche mafiose a Partanna. Nel giugno 1991 Nicola Atria è stato ucciso e sua moglie Piera Aiello, che era presente all’omicidio del marito, ha denunciato i due assassini, collaborando con la polizia. Rita Atria, a soli 17 anni, nel novembre 1991, decide di seguire le orme della cognata. A raccogliere le sue rivelazioni è il giudice Paolo Borsellino (all’epoca procuratore di Marsala), al quale si lega come ad un padre. Le deposizioni di Rita e di Piera, unitamente ad altre testimonianze, permettono di arrestare numerosi mafiosi di Partanna, Sciacca e Marsala e di avviare un’indagine sull’onorevole democristiano Vincenzino Culicchia, per trent’anni sindaco di Partanna. Rita Atria per molti rappresenta un’eroina, per la sua capacità di rinunciare a tutto, finanche agli affetti della madre (che la ripudiò e che dopo la sua morte distrusse la lapide a martellate), per inseguire un ideale di giustizia attraverso un percorso di crescita interiore che la porterà dal desiderio di vendetta al desiderio di una vera giustizia. Va precisato che Rita (così come Piera Aiello) non era una pentita di mafia: non avendo commesso alcun reato di cui pentirsi, ma una testimone di giustizia.

E andiamo alla nostra giornata. Ancora oggi giornali e televisioni sono impegnati nel processo di glorificazione di Marchionne, il quale è morto, lasciando nei guai la FCA, il cui titolo ieri è crollato in borsa. Anche Trump ha riconosciuto che è stato un grande manager, associandolo ad Henry Ford. Di arrivi e di sbarchi di migranti non si parla più. Alla settima Commissione dell’ARS si è discusso del caso dell’ospedale di Partinico, del quale il piano regionale aveva disposto la declassificazione di alcuni reparti, e dopo le proteste, avanzate dal sindaco e dall’assessore Pennino, presenti alla riunione, si è deciso di conservare, per il momento lo status quo, cioè di lasciare le cose come stanno, in attesa di tempi più propizi per riprendere il problema, perché è bene non farsi illusioni, prima o poi ci riproveranno. Anzi è stato deciso di potenziare il settore di diabetologia, perla all’occhiello dell’ospedale con la creazione di una unità semplice per la cura del piede diabetico. Naturalmente, prima di cantare vittoria sarà bene aspettare la votazione dell’ARS.

Desta stupore la tonnellata di hashish trovata a Giovanni Vitale, un uomo di Partinico che nulla ha che fare con la famiglia dei Vitale-Fardazza, ma che addirittura si preparava a superarne le bravate con l’immissione sul mercato di una così rilevante quantità di stupefacente. Da dove provenga e dove era destinata la droga è cosa che gli inquirenti della Guardia di Finanza, che ha scoperto il malloppo, cercheranno di scoprire. È certo comunque che Partinico si è rivelata, da tempo un punto centrale del traffico di droga, e non solo di hashish, ma anche di marijuana e di altre più pesanti sostanze. Da Bagheria giunge notizia dell’arresto di un tizio di 51 anni, che viveva con una compagna, madre di due ragazze di 17 e di 25 anni e che, addirittura assieme al fratello, avrebbe costituito una sorta di menage familiare intrattenendo rapporti sessuali con le tre donne. Insomma, tutto in famiglia.

A Monreale invece si è rivelata un fallimento la mostra con oltre mille reliquie di Padre Pio: Ci si aspettava migliaia di visitatori e invece ce ne sono stati circa 200, per cui si è deciso di chiuderla con cinque mesi di anticipo. Si vede che il santo di Pietralcina, al secolo Francesco Forgione, non va più di moda.

Per il resto, solito caldo, ma non più di quello che si verificò il 26 luglio 1986, quando l’intensa onda di calore che interessava gran parte dell’Europa fece registrare in molte città italiane le temperature più elevate della storia; a Firenze la massima raggiunse i 42,6 °C. Quindi coraggio, al peggio, anzi al caldo non c’è mai fine. In compenso è stata scoperta l’acqua su Marte e può darsi che chi vivrà, in futuro, potrà trasferirsi lì a cercare fresco.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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