Comincia a venir meno uno dei tanti tasselli dell’operazione denominata Kelevra, con la quale i carabinieri di Partinico hanno messo sotto accusa alcuni mafiosi di Borgetto, mettendoci dentro anche Pino Maniaci. Difficile ipotizzare in questo momento se l’impalcatura di tutta l’operazione resterà in piedi o se tutto o in gran parte è destinato a crollare per la scarsa consistenza delle prove addotte. La stranezza di questa operazione lascia il dubbio che tutto sia stato concepito per fare da corollario alle accuse contro Pino Maniaci, e inserirlo in un contesto estraneo, ma che, proprio diventava comune, al punto da lasciare credere all’ignaro ascoltatore o spettatore che era tutta la stessa cosa.
La seconda ipotesi è quella che Maniaci sia finito per caso in questa indagine, ma che, a seguito di una serie di motivi ancora da accertare, si sia proceduto particolarmente contro di lui, nel tentativo di arrivare, come chiesto dai carabinieri di Partinico diretti dal capitano De Chirico, alla chiusura dell’emittente. Di tutto questo si parlerà nelle prossime udienze, considerato che Maniaci ha sporto denunzia contro i carabinieri di Partinico per vari presunti reati commessi contro di lui nel procedimento istruito nei suoi confronti. La prima sentenza assolutoria si è avuta nei confronti di Salvatore Brugnano, accusato di favoreggiamento per non avere denunziato ai carabinieri di essere stato oggetto di estorsione da parte di Nicolò Salto e di Giuseppe Giambrone, i quali, secondo quanto si poteva dedurre da un’intercettazione telefonica, gli avrebbero chiesto un pizzo di 30 mila euro. E così, secondo le approssimative ricostruzioni di chi ha condotto questa indagine, Salvatore Brugnano e, in subordine suo figlio, invece di essere considerati parte lesa sono stati accusati di essere complici.
È stato facile per l’avvocato difensore De Gaetano smontare questo capo d’accusa, basato solo su un’intercettazione in gran parte confusa e di difficile lettura. La sentenza è stata emessa dalla dott.ssa Natale e l’accelerazione del procedimento è stata causata dalla richiesta di rito abbreviato da parte del difensore di Brugnano.
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