Continua la manovra a tenaglia per arrivare alla chiusura dell’emittente Telejato, stavolta non più per richiesta dei carabinieri, come risulta chiaramente scritto nelle conclusioni delle indagini fatte dalla caserma di Partinico, ma per una serie di denunce, da parte di autorevolissimi esponenti della magistratura, per diffamazione a mezzo stampa, fatte non solo nei confronti di Pino Maniaci, ma anche di alcuni redattori dell’emittente.
Dopo la denuncia fatta dalla dott.ssa Savagnone, alto esponente della Corte dei Conti, ne è seguita una del Capo della Procura di Palermo e oggi ne arriva un’altra da parte dell’ex presidente del tribunale di Palermo Leonardo Guarnotta, a seguito di una lettera aperta a lui indirizzata in data 12 dicembre 2015. Il testo incriminato è questo: “Pertanto comprendiamo il suo affetto quasi paterno nel volere salvare la sua pupilla Silvana Saguto, che ha costruito il suo sistema di potere grazie alla sua capacità di ignorare reati che gli passavano sotto gli occhi come fossero cose normali. Adesso noi accettiamo il suo “sentirsi mortificato di quello che è successo nel suo ufficio, ma non possiamo accettare che lei dica di non saperne niente e di non essersi reso conto. A parte tutto ci ha detto lei stesso di levarci mano e non ha più risposto al cellulare…”
Può per una frase del genere un magistrato con una lunga storia e una lunga carriera ricca di importanti episodi, ridursi a querelare chi lo accusa di essere al corrente di quello che succedeva nella sua sezione?
E poi, perché ci sta pensando ora, come si dice in siciliano, a squagghiata ri l’acquazzina? Nella copia della denuncia risaltano due cose: innanzitutto i tempi velocissimi a presentarsi presso il giudice monocratico, il 9 gennaio 2018 per l’udienza e poi il nome dell’avvocato difensore dell’ex magistrato, Giuseppe Seminara.
Forse si tratta di omonimia, ma la notizia non può che richiamarci Cappellano Seminara, che oggi ha fatto un elenco di oltre cento testi a suo favore nell’udienza che lo vede incriminato per circa 80 reati riguardanti l’allegra gestione dei beni confiscati e sequestrati alla mafia e a lui affidati dalla dottoressa Saguto. Cosa di cui, a quanto detto dallo stesso dott. Guarnotta, egli non si era reso conto.
Sapremo al più presto quale cifra ha chiesto il dott. Guarnotta per essere risarcito dell’offesa subita.
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Un presidente di un tribunale, che dice di non saperne nulla di quello che succede all'interno del tribunale che gli stato affidato, non dovrebbe fare affatto i presidente.