Sono più di mille i messaggi  pervenuti a Telejato, non calcolabili invece le telefonate di solidarietà per  la triste vicenda dei due cuccioli trucidati, per dare un segnale a Pino Maniaci che si sta spingendo troppo avanti nel suo abituale impegno di lotta alla mafia e nelle puntuali denunce sulle manovre aperte o sotterranee, con le quali i mafiosi cercano di riprendere il controllo totale del territorio, soprattutto quello dei traffici  di droga che si stanno diffondendo ormai a tappeto sul territorio di Partinico, da sempre considerata una sorta di succursale della “movida palermitana”, di cui oggi, su “La Repubblica” possiamo leggere un ampio reportage.

Non li citeremo tutti, occorrerebbe un’intera giornata. Provengono da tutta Italia e tutti esprimono vicinanza nei confronti di un’emittente che, nel corso della sua storia ha prodotto una curiosa situazione, quella di avere il rispetto e la stima di tutto il movimento antimafia presente sul territorio nazionale, quella di essere frequentata da migliaia di giovani provenienti da scuole e associazioni di tutta Italia e, contemporaneamente, quella di essere additata al disprezzo, all’odio, alla diffamazione, alla presa di distanze, al distacco  da parte di una buona parte degli abitanti del territorio in cui essa trasmette e di cui denuncia le malefatte, le persone criminali, gli intrecci, le collusioni, le disfunzioni, il malgoverno, ma anche gli aspetti, gli usi, i costumi, le tradizioni, la storia e le persone che meritano apprezzamenti per il loro lavoro.  Tra i tanti attestati anche quello di Matteo Renzi che ha telefonato a Maniaci“ esprimendo solidarietà e vicinanza per il suo coraggioso impegno”.  Lo citiamo, non perché sia il più importante, ma perché dopo di lui manca solo quello di Napolitano, che non ha espresso solidarietà neanche a Di Matteo, e infine quello del Papa, che però ha cose più grandi cui pensare.  In compenso mercoledì prossimo arriverà, negli studi di Telejato, la Commissione Parlamentare di Vigilanza. Quella Nazionale, perché quella Regionale, di cui è presidente Nello Musumeci, non sappiamo se esiste e, se esiste, forse non è bene informata su quello che succede. A tutti va il ringraziamento di Telejato e l’assicurazione che continueremo la nostra battaglia per cambiare il paese, per creare una società libera dal malaffare e dalla corruzione, ormai dilagante su tutto il territorio nazionale.  CI dispiace e ci offende nella nostra sensibilità che, a pagare per la nostra lotta, siano stati due canuzzi che non c’entravano niente. Ma non ci fermeranno.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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