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Nicolosi (CT), ventenne uccisa a coltellate, aveva denunciato il suo ex per stalking

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Uccisa il giorno dell’udienza preliminare dal Gip del procedimento per stalking scaturito da una sua denuncia nei confronti dell’ex convivente.

Giordana Di Stefano, 20 anni, è morta dissanguata a poche centinaia di metri dalla sua abitazione. L’omicidio è avvenuto a Nicolosi, un paese alle pendici dell’Etna. A infliggerle diverse coltellate con ferocia in diverse parti del corpo è stato l’uomo che il 3 ottobre del 2013 aveva denunciato: il suo ex e padre di sua figlia di 4 anni, Luca Priolo, 24 anni. Il giovane è stato fermato dai carabinieri a Milano, dopo una lunga corsa in auto, mentre alla stazione cercava di prendere un treno per fuggire all’estero, ha confessato: “Sì, sono stato io…”.

C’era un contenzioso aperto sull’affido della figlia – Giordana Di Stefano e il suo ex convivente, Luca Priolo, avevano un contenzioso aperto in sede civile per l’affido esclusivo della figlia di quattro anni. La giovane aveva presentato la richiesta e il ventiquattrenne si era detto pronto ad accettare l’accordo se lei avesse ritirato la denuncia per stalking presentata nel 2013. Secondo fonti legali, lui avrebbe voluto lavorare come guardia giurata e aveva bisogno di chiudere il fascicolo penale per potere ottenere il porto d’armi. Il procedimento per stalking era stato avviato dopo che il giovane era entrato da una finestra a casa di Giordana, nel 2013. Lui si era difeso sostenendo di essere entrato perché aveva visto un auto sospetta fuori e voleva garantire la loro sicurezza.

Sul suo profilo Facebook la giovane aveva postato una foto con la figlia e un giovane davanti la torta di compleanno il 27 agosto scorso.

Giordana faceva la ballerina e partecipava a eventi e spettacoli nella Sicilia orientale. Su Fb aveva 691 amici, tante foto con la figlioletta, molti selfie con amiche. Quest’estate sembra che qualcosa non andasse nel rapporto che la ragazza aveva con qualcuno. Il 4 settembre posta: ”Ballavo per un disperato bisogno fisico di muovermi,voltarmi, correre… Ballavo perché il mio corpo doveva scaricare nell’aria circostante violente energie compresse che non sapevo dove mettere, come trattare. Era una forza misteriosa,silenziosa, completamente padrona di me, della quale non sapevo cosa fare…”. Il 4 agosto sotto la scritta ”ho smesso” ha pubblicato questo post: ”Uno degli errori più grandi che si possano fare è tenere vicino chi sgretola la tua autostima, piano, con gesti apparentemente inconsapevoli”. E ancora: ”Bisogna fare attenzione alle parole che si dicono… Le parole sono armi senza scampo, affilate e pericolose… Ti si appigliano addosso e non te ne liberi più… Ci sono schiaffi che si perdonano e parole che non lasciano scampo….!!!! Alcune parole non si perdonano…. Buonanotte…!!!!!’

L’ennesimo caso di femminicidio in un anno, il 2015, in cui, secondo i dati del Viminale, casi di questo genere sarebbero in calo. (ANSA)

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Redazione

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