Il tutto ha avuto inizio nel pomeriggio di alcuni giorni fa, quando è stato richiesto l’intervento dei militari dell’Arma poiché il PICCIONE si era introdotto in casa dell’ex coniuge dove l’aveva aggredita, minacciata ed ingiuriata alla presenza del figlio e della madre, per poi dileguarsi.
Il personale della Stazione Carabinieri di Petrosino, quindi, è immediatamente giunto sul posto e, dopo aver ascoltato il racconto dei presenti, ha notato anche alcuni vasi rotti lanciati poco prima dal PICCIONE stesso sulla porta d’ingresso dell’abitazione. In tali fasi, altresì, i militari hanno appreso che lo stesso aveva più volte minacciato l’ex moglie che sarebbe tornato nuovamente, motivo per cui la donna veniva invitata in caserma per sporgere denuncia, rassicurandola che nel frattempo sarebbe stata attentamente pattugliata la zona, così da poter immediatamente intervenire in caso di ritorno del PICCIONE.
Appena un’ora dopo, infatti, è giunta una seconda richiesta d’intervento sempre da parte della stessa donna, poiché il PICCIONE si era presentato nuovamente innanzi la casa, tentando di entrare e sferrando calci e pugni sia alla porta d’ingresso che alle tapparelle delle finestre. Poiché i militari di Petrosino erano rimasti nelle immediate vicinanze, riuscivano ad arrivare in brevissimo tempo sul luogo, sorprendendolo sul retro dell’abitazione, intento a prendere a calci una porta d’alluminio. Il soggetto, quindi, è stato fermato ed accompagnato in caserma per tutti gli accertamenti del caso.
All’esito delle attività esperite, i militari dell’Arma di Petrosino appuravano che il PICCIONE negli anni era già stato querelato più volte dalla moglie per maltrattamenti in famiglia, nonché condannato dal Tribunale di Marsala alla pena di 1 anno e 4 mesi di reclusione per lo stesso reato. Partendo da tali presupposti e ricostruendo nel dettaglio la condotta tenuta nelle ore precedenti, il 51enne è stato tratto in arresto e condotto presso la propria abitazione agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida dinanzi il Tribunale di Marsala.
L’Autorità Giudiziaria marsalese, vagliati tutti gli elementi, ha avallato l’operato dei militari dell’Arma ed, anzi considerando la condotta persecutoria tenuta, ha confermato al misura restrittiva degli arresti domiciliari.
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