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Liceo di Partinico: le false notizie, il sondaggio inusuale, il convegno ignorato

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Le false notizie

A scoppio ritardato, la notizia dell’intitolazione del Liceo Scientifico Santi Savarino di Partinico a Peppino e a Felicia Impastato e le manovre di alcuni studenti e della Giunta, con il sindaco in prima fila, sono finite su tutti i giornali nazionali, con una miscela di notizie false mescolate a notizie vere. Nella mattinata del 17.3 comincia Rai news con un servizio di ottima fattura, con un’intervista anche allo scrivente, ma dal titolo del tutto sbagliato e fuorviante: “Non sarà intitolato a Peppino Impastato il Liceo di Partinico. No degli studenti”. Non risulta in alcun posto che il Liceo non sarà più intitolato, anzi, al momento, l’intitolazione è arrivata al suo momento finale, ovvero al nullaosta della Prefettura che chiederà al Comune se ci siano motivi di ordine pubblico. E c’è già chi paventa che gli studenti possano essere strumentalizzati per dimostrare che questi motivi esistono: di fatto, se sono quelli che hanno scritto la lettera a Radio Amica, dovrebbero avere tutti gli strumenti per essere se stessi ed essere padroni delle proprie decisioni.

Intanto RAI Uno, a meno che non abbia sentito male, ha parlato, in prima battuta, di un sondaggio fatto dagli studenti in cui si accertava che il 93% di essi erano contrari al cambio d’intitolazione: tale percentuale veniva ridotta successivamente, su RAI tre e su Canale 5  al 73%.

Il sondaggio

Su questo sondaggio sono legittime alcune perplessità e domande: l’ipotesi più attendibile è che i quattro rappresentanti d’istituto, cioè quelli che hanno espresso voto contrario a Peppino e a Felicia,  uno dei quali, è figlio di un assessore della giunta Rao e un’altra è una ragazza fidanzata col primo, hanno girato per le classi, non so se autorizzati, e hanno buttato la domanda: “siete favorevoli a Peppino e a Felicia Impastato?”, hanno raccolto i voti, credo per alzata di mano, quindi senza alcuna segretezza, poi hanno sommato i voti, senza alcun controllo e alcuna garanzia sulla loro attendibilità e sono arrivati al risultato finale rispetto al quale non sono noti il numero dei votanti e quello degli astenuti. Non è che si vuole mettere in dubbio l’onestà dei ragazzi, peraltro minorenni, ma, visto che essi si appellano al metodo, a loro parere poco corretto usato dai docenti del Consiglio d’Istituto sia vecchio che nuovo, nell’iter dell’intitolazione, proprio la mancanza di metodo usata in questo caso, genera il legittimo dubbio che questo parere, con questa percentuale, sembra un po’ farlocco, o, se si preferisce, poco attendibile. Non saprei neanche se esiste un verbale di tutto quanto. Senza dimenticare che due anni fa sono stati proprio i ragazzi a chiedere alla Dirigente di cambiare nome, e che la denominazione di Peppino e Felicia è stata votata all’unanimità, quindi anche con il loro voto favorevole. Se adesso, nello spazio di due anni tutto è cambiato, soprattutto la rappresentanza studentesca, bisogna tener presente che i componenti del nuovo Consiglio d’istituto, sia i docenti che i genitori, con una astensione, hanno votato favorevolmente, confermando Peppino e Felicia.

Purtroppo il sindaco, la sua giunta e i suoi sostenitori, non si rassegnano all’idea che le figure di Peppino e Felicia rappresentino il volto migliore di un’antimafia seria, rispetto a quello squallido e da loro tanto sostenuto, di Santi Savarino. I servizi delle emittenti nazionali hanno ripreso il termine “divisivi” che i ragazzi hanno attribuito parlando di Peppino e a Felicia Impastato, in un loro documento, in cui  ritengono “paradossale che noi studenti di una scuola che si è sempre battuta per la legalità possiamo essere dipinti come mafiosi” e che il termine “divisivo non era“ certamente un giudizio sulla persona ma “per sottolineare le divisioni che sono sorte nel territorio e nella stessa comunità scolastica”. (sic!).

Nella lettera sembra un po’ forzato, se non peloso, un passaggio che lascia pensare a interventi esterni: “Abbiamo votato no all’intitolazione “Felicia e Peppino Impastato, non abbiamo detto no né a Felicia né a Peppino Impastato, alla cui memoria, con consenso unanime, abbiamo dedicato il plesso di Terrasini e a cui, peraltro, è intitolata la via in cui sorge la sede centrale della nostra scuola”. È possibile che i ragazzi non si rendano conto che dire no all’intitolazione significa dire no alle persone cui si intende intitolare? E poi, perché si appropriano, come di una loro conquista, di cose, come l’intitolazione a Peppino del plesso di Terrasini, costato anni di impegno, a persone che non c’entrano con loro, che in quell’epoca erano ancora ragazzini o bambini? La lettera svela anche l’origine di tutto questo percorso, nato per sostituire Savarino con il giudice Livatino, sostenuto da una nutrita componente di docenti e alunni e associato alla realizzazione di un murales nell’aula magna, da parte del pittore Gaetano Porcasi, che insegna in questa scuola: nessun pregiudizio sulla nobile figura di Livatino, ma, se l’intenzione era questa, avrebbe dovuto essere preparata e condotta meglio, soprattutto al momento in cui il Collegio dei docenti ha scelto, in seconda battuta i nomi di Rita Levi Montalcino e di Peppino. Quindi, in nome della coerenza, oltre che scrivere “noi ragazzi siamo ben consapevoli che la mafia è un male immondo da debellare e, per dirla con Peppino Impastato, “una montagna di merda”, non si può, al momento della votazione, votare contro: che senso ha? Perché? Perché me lo ha detto papà o perché sono divisivi? Chi è ucciso per la sua lotta contro la mafia non è divisivo per niente, anzi unisce e spinge positivamente al cambio della società. Divisivo Peppino? Perché era comunista? Chi fa una scelta politica è divisivo? Perché, nel caso dell’intitolazione a Peppino del plesso staccato di Terrasini questa “divisività” non è stata individuata? In tal senso sembra davvero molto più divisivo il sindaco con i suoi seguaci, per aver voluto esasperare qualcosa che apparteneva solo alla scuola. Divisiva Felicia? Perché, per avere chiesto giustizia per 22 anni e per avere accolto tanti ragazzi nella sua casa? Scherziamo? Oppure, per dirla con Totò, “siamo uomini o caporali?”

Il convegno

A completare il tutto, sabato 16.3 al Palazzo dei Carmelitani, a Partinico, si è svolto un incontro organizzato da Casa Memoria Impastato, con il supporto organizzativo del locale circolo PRC “sezione Peppino Impastato”. Il convegno, dal titolo “A chi fanno ancora paura Felicia e Peppino Impastato?”, ha rappresentato un momento di riflessione e di analisi su quanto sta succedendo al Liceo. I lavori sono stati aperti da Gianluca Ricupati, del circolo PRC Peppino Impastato di Partinico, già alunno di questa scuola, e continuati dall’ex dirigente scolastica del Liceo Vincenza Vallone, che ha riassunto, con chiarezza la storia della vicenda e la legittimità dei vari passaggi tra gli organi collegiali, messa in discussione inopportunamente dal sindaco.

Salvo Vitale, che questa scuola ha frequentato, assieme a Peppino Impastato, e dove ha insegnato per quasi quarant’anni, ha riepilogato i momenti di tutta questa vicenda, iniziata nel 1978, quando il Liceo Scientifico, sino ad allora succursale del Liceo Classico Garibaldi, raggiunse l’autonomia e avrebbe dovuto essere intestato, per scelta del Collegio, al matematico Giuseppe Cipolla e invece, con un colpo di mano il Consiglio d‘Istituto decise per Santi Savarino, in quanto cittadino che aveva dato lustro al suo paese. Malgrado i rilievi avanzati e segnalati da qualche docente anche al Prefetto, l’intitolazione a Savarino venne decisa dopo sette anni il 23.12.1985. Da allora la questione è stata sollevata a tratti, nel tempo, sino ad arrivare, nel 2022 alla richiesta avanzata dagli studenti, del cambio nome per opportunità educative: Vitale ha anche letto la lettera inviata da Savarino a Frank Coppola e alcuni frammenti di articoli per tratteggiare i contorni di un personaggio, i cui trascorsi razzisti sono ignorati dai suoi sostenitori; tra i vari documenti anche un articolo di Savarino, pubblicato su Antimafia Duemila, del tutto denigratorio e infamante nei confronti di Danilo Dolci e del suo operato.

Hanno continuato gli interventi Maurizio Acerbo – Segretario Nazionale del PRC e, Mari Albanese, responsabile dipartimento Antimafia sociale del PD Sicilia, che ha ricordato alcuni momenti descritti nel suo libro “Cara Felicia”. Assente Elisabetta Piccolotti, la deputata del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e  membro della Commissione Antimafia, autrice di un’interpellanza parlamentare sulla vicenda, sostituita da Pierpaolo Montalto, il quale ha fatto un quadro dei gravi problemi che attualmente sta vivendo la Sicilia e dell’opportunità che i ragazzi abbiano degli esempi di riferimento, a partire dai martiri della lotta contro la mafia. Ha chiuso i lavori Giovanni Impastato, che si è soffermato su alcune vicende, non solo locali, ma nazionali, che ancora oggi rendono scomodo il nome di Peppino Impastato, ultima delle quali l’asportazione della lapide di via Peppino Impastato a Carini, il giorno dopo l’arresto di alcuni componenti della locale cosca mafiosa. In tal senso ha proposto, una serie di iniziative nel triangolo Carini-Cinisi-Partinico per il prossimo Nove Maggio, in occasione dell’anniversario della morte di Peppino. Inoltre ha espresso il desiderio di incontrare i ragazzi e discutere con loro per spiegare meglio chi erano Peppino e Felicia, impegnandosi a inoltrare al più presto una lettera con la richiesta.

Piccolo particolare: al convegno non era presente nessun ragazzo e nessun docente del Liceo, anzi uno solo, che è intervenuto dicendosi orgoglioso di frequentare il liceo Felicia e Peppino Impastato. Non erano presenti neanche, eccetto due, (lo scrivente e Faro Di Maggio), i sopravvissuti compagni di Peppino Impastato. Per contro il salone era pieno di gente curiosa o interessata all’evento.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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