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Lettera aperta al Presidente della Regione Sicilia

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Al Presidente della Regione Sicilia 

e per conoscenza alla Federazione Nazionale Stampa

Egregio sig. Presidente,

Con la presente vogliamo informarla dell’operato del Commissario Straordinario Arena, da lei nominato al Comune di Partinico, dopo le dimissioni del sindaco De Luca.

Sin dal suo insediamento questo signore si è dichiarato suo fedelissimo amico, lasciando trapelare l’idea che la sua nomina sia stata non solo un atto di fiducia nei propri confronti, ma una decisione dovuta più che a scelte politiche e istituzionali, a rapporti personali. Da allora si sono susseguiti una serie di provvedimenti, di disposizioni, di delibere e soprattutto di dichiarazioni verbali, espressioni di una concezione militaresca della sua carica, nei confronti di un paese che, come tutti i paesi d’Italia è abituato a vivere nelle regole della democrazia. Non a caso gli sono stati attribuiti epiteti vari, il più noto dei quali è quello di podestà tipo quelli del passato ventennio.

Tra le sue esternazioni riportiamo quella che “chi è contro di me lo abbatterò con tutti i mezzi a mia disposizione”, o quella che “questo Consiglio Comunale lo manderò a casa”.

Tra le disposizioni le citiamo la sbagliata chiusura della porta d’accesso ai servizi tributari, in funzione di un preteso decoro che non c’è stato, l’appropriazione del bagno del Consiglio Comunale, con cambio della chiave, e, più recentemente, la disposizione verbale del non consentire l’accesso alle telecamere della nostra emittente alla sala di riunione dei consiglieri comunali, disposizione che prelude l’imminente divieto di accesso del personale di Telejato per la registrazione delle sedute del Consiglio Comunale. Anche il ruolo del Presidente del Consiglio è stato ridimensionato e svilito a quello di un collaboratore, o come detto da qualche consigliere Comunale a quello di un portaborse, con la rinuncia al ruolo di controllo del Consiglio eletto liberamente dal popolo, anche sull’operato del suddetto Commissario. Pochissimi i consigli comunali convocati e con ordini del giorno di secondaria importanza, in un paese che ha dichiarato il dissesto e che, oltre ai problemi del bilancio, sta vivendo una drammatica fase di disoccupazione, di emigrazione giovanile, di crisi delle attività produttive, soprattutto dell’agricoltura, di ordine pubblico e di riemersione dell’economia illegale e mafiosa, con il rientro di parecchi delinquenti ed estorsori che hanno scontato la pena e soprattutto di diffusione della droga, che circola liberamente, come evidenziato dalle numerose operazioni delle forze dell’ordine.

È vero che in tutto questo la funzione del Commissario non è centrale, ma i poteri che egli si auto-attribuisce meriterebbero di essere rivolti ad altre emergenze. Per contro abbiamo assistito a una serie di spese, come quelle della riparazione dell’auto blu di rappresentanza, o quelle della riduzione del ruolo di qualche vigile urbano a suo autista, con spese che sono sembrate superflue e con distrazione dal servizio del personale.

Particolarmente grave sembra alla popolazione la decisione, da parte sua, di alloggiare in un resort di Balestrate, di presentarsi in Comune in modo discontinuo, spesso a giorni alterni, e di presentare giustificazioni di rimborsi spese, delle quali non ha voluto esibire ai consiglieri comunali che le hanno richieste, le relative pezze d’appoggio. Abbiamo assistito in questi mesi alla proposizione di un culto della propria immagine, senza che, oltre al fumo, ci fossero precisi contenuti.

La necessità di reperire fondi ha indotto il Commissario ad ordinare una campagna repressiva senza sconti, di multe nei confronti degli automobilisti in difetto e di controlli nei confronti dei dipendenti comunali morosi. Poco opportuno è sembrato anche il decreto con cui si dispone il pagamento, da parte degli enti e dei privati del servizio prestato dai vigili urbani durante le manifestazioni sportive, religiose, culturali, o il pagamento dei locali comunali per manifestazioni culturali o di altro tipo.

Più grave ancora il decreto sulla esternalizzazione della casa di riposo per tre anni, dopo che il Consiglio Comunale ha bocciato per due volte tale proposta, sino a determinare le dimissioni del sindaco.

Questo paese non aveva e non ha bisogno di un sindaco sceriffo o di un padrone che inasprisca i contrasti già presenti, anche quelli tra le forze politiche, ma di una persona che avvii il dialogo tra le parti sociali e civili e ne chieda la collaborazione per un sereno passaggio al momento in cui, nelle future elezioni, decideranno i cittadini nella scelta di coloro che dovranno amministrarli.

Certi che saprà prendere i provvedimenti del caso ed evitare che, con gli “ordini” per bloccare o boicottare il servizio della nostra emittente, si consumi un “vulnus” alle regole della democrazia,

Distinti saluti

LA REDAZIONE DI TELEJATO

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