In seguito al dissesto finanziario dell’ente, infatti, l’amministrazione comunale ha deciso momentaneamente di non rinnovare la convenzione con l’Associazione P.A.C.E. (Proteggere gli Animali Custodire l’Ecosistema) che si prende cura dei circa 70 randagi presso un rifugio che negli anni ha ospitato migliaia di cuccioli strappati al loro crudele destino in strada e poi dati in adozione, ma oggi sprovvisto dei requisiti minimi in materia di comfort viste le notevoli spese derivanti dal mantenimento di un numero sempre in crescendo di animali, costi oggi sostenuti dai volontari e dalle donazioni di liberi cittadini. Pulci, zecche e fango fanno da padroni alle cucce nelle quali alloggiano i cani che molte volte escono dalle loro recinzioni poco stabili, rischiando di essere avvelenati o addirittura uccisi a colpi di pistola da qualche coglione di passaggio, come già successo. Cause che hanno addirittura condotto la stessa Associazione ad autodenunciarsi, nel corso degli anni, ai NAS e alla Guardia di Finanza.
L’iter col Comune di Lentini ebbe inizio nel 2007: in quel periodo si avviò la microchippatura e la sterilizzazione dei randagi del territorio (attualmente bloccata) che dovevano poi essere ricoverati in una struttura idonea al loro benessere e conforme alla legge.
A distanza di 8 anni si attende ancora la costruzione del Canile Comunale il cui progetto è pronto per essere messo in pratica da tempo, ma si aspetta sempre che qualcuno lo prenda in mano. Intanto la P.A.C.E. continua a chiedere il rispetto degli accordi attraverso comunicati, manifestazioni e proteste pacifiche. L’ultima si è tenuta lo scorso 15 giugno e ha coinvolto più di 50 persone tra volontari e sostenitori.
“Ho concluso, dopo 6 giorni, il mio sciopero della fame – ha affermato Enzo Caruso, socio fondatore dell’Associazione – ho deciso di seguire il destino dei canuzzi. Il vostro sostegno – continua – ci ha consentito fino ad oggi di accudire le creature che abbiamo in affidamento, ma è chiaro che questa situazione non si può protrarre all’infinito e deve avere un termine, il più vicino possibile. In attesa che questo accada vi prego, e ve lo chiedo con tutte le forze che mi rimangono, di non lascarci soli e di non permettere che muoiano di fame: sarebbe un atto di crudeltà inimmaginabile, un orrore del quale avremmo da vergognarci per sempre. E non basterebbe dire che la colpa è delle istituzioni – conclude – anche chi assiste allo scempio ha la sua parte di responsabilità”.
In attesa di una risposta da parte delle istituzioni, Enrico Rizzi in rappresentanza del P.A.E. accompagnato dal suo legale Avv. Alessio Cugini, sono venuti a Lentini in questi giorni per sincerarsi della problematica e per raccogliere personalmente ulteriori informazioni, garantendo il loro aiuto.
Ci auguriamo che la giustizia e la legalità tornino a trionfare e che venga riservato un futuro più roseo per tutti i canuzzi di Lentini.
In attesa di sviluppi, vi terremo aggiornati.
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bell'articolo… peccato che oramai a lentini girano solo cani-scheletro che respirano… e che di cibo non ne hanno mai visto.
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