Le strade provinciali sono al collasso. Ci sono e ci resteranno
Strade provinciali al collasso: dal nord Italia fino ad arrivare alla provincia di Palermo dove le frane e il corso del tempo hanno ridotto in pessime condizioni l’asfalto.
Ai primi di febbraio del 2016 il deputato nazionale PD Francesco Ribaudo, membro della VI Commissione Finanze della Camera, ha presentato un’interpellanza con carattere d’urgenza sulle strade provinciali, che sono ormai al collasso un po’ in tutta Italia ed in provincia di Palermo in particolare: un vero e proprio colabrodo, con frane, smottamenti e pessime condizioni dell’asfalto, che frenano, non poco, i trasporti e l’economia.
Ribaudo ha affermato che: “È ormai una vera e propria emergenza non più rinviabile. Sono messe a rischio la viabilità, la sicurezza e lo sviluppo strategico delle nostre comunità. Ho chiesto al Governo quali iniziative intenda assumere anche al fine di garantire l’incolumità delle migliaia di cittadini che giornalmente percorrono quelle arterie. La maggior parte delle strade provinciali italiane – aggiunge il deputato – riveste un ruolo primario in ambito industriale, commerciale, agricolo, turistico e scolastico e sono tra le più importanti e transitate arterie e vie di collegamento soprattutto nell’entroterra italiano (e siciliano in particolare), ma sono di fatto abbandonate senza essere oggetto di alcuna cura e manutenzione da parte da parte degli enti per mancanza di fondi, dal momento di avvio del processo di riforma iniziato nel 2012. È necessario che il Governo finanzi e sostenga economicamente le province, nelle more del definitivo trasferimento delle competenze agli enti che sostituiranno le province stesse, trasferendo le risorse necessarie per garantire la manutenzione e la regolare circolazione stradale. In particolare in Sicilia urge completare il processo di riforma già avviato: i suddetti enti, pur essendo commissariati, mantengono le competenze e le funzioni assegnate, comprese i 16.000 chilometri di strade comunali e provinciali su un totale di circa 21.000 chilometri di viabilità complessiva.
Anche il vescovo di Monreale Mons. Pennisi ha sollevato più volte il problema, purtroppo senza alcun riscontro. Fra le strade che si trovano nelle condizioni peggiori, ci segnalano la strada provinciale 4 che collega San Giuseppe Jato-San Cipirello a Corleone, la strada provinciale 42 e le strade di accesso al santuario di Tagliavia, le strade statali 118 Corleonese-Agrigentina che collega Corleone con Prizzi e la SS 188 dir/C Centro Occidentale Sicula che collega Giuliana-Chiusa Sclafani-Bisacquino con Corleone, ma anche la Partinico-San Giuseppe Jato presenta alcuni tratti con smottamenti e privi di asfalto. Per non parlare di alcune vie d’accesso a comuni dell’agrigentino, come Cianciana, Grotte, che presentano buche e avvallamenti pericolosissimi.
Il governatore Crocetta a quanto pare è assillato da altri pensieri, Renzi è venuto in Sicilia a promettere la soluzione di ogni problema, ma prima di grandi cose bisognerebbe cominciare ad occuparsi delle piccole, anche perché sembra che, in alcuni posti l’Unità d’Italia non è stata ancora fatta. E se il PD non dà ascolto neanche alle interpellanze dei suoi esponenti politici, siamo davvero alla frutta. Anzi, non c’è neanche quella.