L’affare del candidato a Sindaco di Palermo Ugo Forello
Pubblichiamo per intero l’articolo della redazione de L’urlo sulle ombre del candidato a Sindaco di Palermo, per il M5S, Ugo Forello.
Vicenda che ha aperto preoccupanti scenari sulla vicenda dei beni sequestrati e confiscati, particolarmente a Palermo, dove una volta era regina e padrona in assoluto la signora Silvana Saguto, la cui longa manus arriva persino a toccarsi con quella del candidato a sindaco di Palermo per il Movimento Cinque stelle, Ugo Forello. Ne avevamo parlato ieri QUI. Vi proponiamo la versione de “L’urlo”.
Nuove ombre incombono sulla testa del candidato a sindaco di Palermo M5S Ugo Forello, i cui affari sono passati sotto torchio dalla penna di Ilario Lombardo, giornalista de La Stampa.
Parenti, società di capitali, e interessi legati all’amministrazione giudiziaria dei beni confiscati alla mafia: una ragnatela intricata che confermerebbe le rivelazioni del giornalista Andrea Cottone, addetto alla comunicazione M5S – Camera dei Deputati, emerse nella registrazione del 2016 e diffusa poche settimane addietro, sulla “gestione poco trasparente di Addiopizzo”.
«Mi scuso chiaramente con tutte le persone coinvolte e, in particolare, col comitato Addiopizzo e con Ugo Forello nei confronti dei quali, in quella sede, non si sono mai volute formulare accuse di alcun tipo né, tanto meno, esprimere alcun intento diffamatorio», ha dichiarato il giornalista dopo essere stato minacciato di querela dall’associazione antiracket.
Non è passato il tempo di ricomporsi dall’imbarazzo che salta fuori l’INPA spa, società di riscossione che ha fatto emergere diverse anomalie e un possibile conflitto di interessi nel caso si elezione del candidato grillino perché appaltante di una gara a evidenza pubblica del Comune di Bagheria guidato dal M5S e per il quale nelle scorse ore il PD bagherese ha chiesto a gran voce la revoca in autotutela dell’appalto.
INPA, è anche la società in cui Ugo Forello detiene la quota di maggioranza seguito dal fratello Giuseppe e da un’altra società, la Forfin srl i cui soci sono gli stessi di INPA srl, cioè Ugo e Giuseppe Forello.
Con Forfin srl, i fratelli Forello diventano soci di GEA TOURISM con Giuseppe Forello, Solfin spa e Viviana Caniglia, cugina del candidato e figlia di Mario, l’amministratore giudiziario ricordato per avere fornito ventresca di tonno, gamberoni e presumibilmente altri favori a Silvana Saguto, l’ex Presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo accusata tra i vari reati anche di corruzione per l’assegnazione dei beni confiscati. Subito dopo la cena dove si erano consumati la ventresca e i gamberoni, Mario Caniglia veniva intercettato dalla GdF: «Ma io vorrei un’altra amministrazione giudiziaria. Non mi dispiacerebbe». E Silvana Saguto lo rassicurò: «Eventualmente, la facciamo entrare nella società. Chi fa parte della società non viene spostato dall’agenzia dei beni confiscati».
«Le notizie su Mario Caniglia sono a me totalmente estranee», afferma Ugo Forello in un post di smentita all’articolo pubblicato ieri su La Stampa additato come fake news.
Ma di Mario Caniglia, la stampa ne parlò molto.
«La di lui figlia (Viviana Caniglia, ndr) ha prestato pratica legale presso il mio studio. Ad oggi, Viviana Caniglia non è ancora avvocato e non svolge alcuna attività in Palermo Legal.»
Una giustificazione che scricchiola nei contenuti dal momento in cui risulta tra i “preziosi collaboratori” di Palermo Legal.
Stesso discorso anche per la collaborazione temporanea e a titolo gratuito di Francesco Caramma, uno dei figli Silvana Saguto, finito in modo trasversale nelle intercettazioni perché la madre mandò la scorta a comprargli il dentifricio Mentadent senza granuli. «Si è solo limitato a collaborare (a titolo gratuito) scrivendo due articoli giuridici, peraltro molto tempo dopo i fatti di cronaca che hanno interessato sua madre, con la quale io non ho mai avuto rapporti di lavoro o cointeressenze di alcun tipo.» Ma la Saguto dichiarò in un’intervista a Repubblica Palermo che Addiopizzo suggeriva i nomi degli amministratori a cui assegnare la gestione dei beni confiscati insieme ad altre associazioni. Tra i casi più eclatanti che ha visto anche la CGIL schierarsi a fianco dei lavoratori anche contro la magistratura, la sala bingo “Las Vegas” confiscata al clan di Nino Rotolo. «In questi ultimi mesi, Cosa nostra ha tentato di riprendersi la sala Bingo. Abbiamo ricevuto le offerte di alcuni imprenditori che si sono poi rivelati vicini all’organizzazione mafiosa. Solo un imprenditore è risultato avere i requisiti necessari, per solidità economica e trasparenza. E con lui stiamo chiudendo la trattativa. È davvero curioso che l’attacco della Cgil avvenga proprio adesso», e casualità vuole che quell’imprenditore fosse Giuseppe Forello, cugino di Ugo e figlio di Lorenzo Forello. Inoltre, con Solfin Spa, Lorenzo e Giuseppe Forello gestiscono la Sala Big-Bingo di Palermo. Giuseppe Forello, in società al 50 per cento con l’imprenditore greco Yannis Kalogritsas a mezzo della Kaefor entertainment Srl, ha realizzato la Sala Bingo “Millionaire”: un affare fiutato dai Lo Piccolo che, ad appena 6 mesi dall’inaugurazione, pretesero un pizzo di 700 mila euro, minacciando Giuseppe Forello e i suoi impiegati. Un atto denunciato dall’imprenditore che costò al clan l’arresto dei suoi estorsori.A costituirsi parte civile nel processo, oltre a Lorenzo e Giuseppe Forello con la Kaefor Entertainment spa, anche Addiopizzo e Libero Futuro – Associazione antiraket Libero Grassi. Le due associazioni hanno ricevuto un risarcimento di circa 20.000 euro ciascuna per le spese legali. E il legale era Ugo Forello.
«La Forfin però non è mai entrata in quel business e nel mio programma ho inserito la lotta contro il gioco d’azzardo», spiega Ugo Forello a La Stampa. Ma bisognerebbe capire come, a questo punto.
Lorenzo e Giuseppe Forello quando costituirono la Solfin spa, prima di dedicarsi al gioco d’azzardo, entrarono in società con IGAR srl e avviarono il Kafara Hotel di Sant’ Elia e il Grand Hotel delle Terme di Termini Imerese. Il direttore del Kafara Hotel era Mario Caniglia, ex amministratore giudiziario dell’hotel Torre Artale a Trabia (Pa), sequestrato alla famiglia Alfano, socio di SIASE spa con la famiglia Forello e con il candidato a sindaco M5S attraverso INPA spa.
A collegare ulteriormente gli affari di famiglia di Ugo Forello e Mario Caniglia con Silvana Saguto, quella che sembra essere un’amica di vecchia data di Viviana Caniglia: Mariangela Pantò, fidanzata del figlio chef della Saguto, Emanuele (detto Elio) Caramma, al quale sembra sia stata redatta la tesi di laurea conseguita presso l’università Kore di Enna dal prof. Carmelo Provenzano proprio su richiesta della madre, che secondo l’accusa avrebbe segnalato il suo nome come potenziale commissario del Cara di Mineo.
Silvana Saguto aveva imposto l’assunzione di Mariangela Pantò presso lo studio legale Pro.de.a. di Walter Virga, figlio di Tommaso Virga (ex membro del Csm), come presunta contropartita data dall’affidamento di alcuni beni confiscati ai Rappa, gli imprenditori palermitani. Virga fece un passo indietro rispetto Mariangela Pantò, e le intercettazioni catturarono la sua insoddisfazione verso la Saguto che s’infuriò.
Un passato e un presente che destano non poche perplessità, insomma. Chissà come sarà il futuro del candidato a sindaco di Palermo M5S, Ugo Forello… L’espressione di Beppe Grillo in questa foto la dice lunga.
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