La replica di Pino Maniaci alla Saguto: “Basta con questo tiro al bersaglio”
“Ci siamo rotti di questo tiro al bersaglio, ora basta”. Pino Maniaci, ai microfoni di Telejato, commenta la macchina del fango messa in atto dall’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Il giornalista ha dato mandato ai suoi legali di sporgere querela nei confronti dell’ex giudice Saguto, per le dichiarazioni fatte ieri in aula a Caltanissetta.
Un estratto dall’articolo pubblicato ieri su questo blog:
Un occhio di riguardo è riservato a Pino Maniaci, perché, secondo lei gli elementi e i dati delle inchieste di Telejato erano «Le farneticazioni di un ignorante», mentre, al contrario: «La presidente della commissione antimafia Bindi ha invece riconosciuto il mio lavoro».
Riportiamo testualmente alcuni passaggi dell’ex magistrato:
«Maniaci non l’ho mai considerato giornalista o degno di considerazione. Non sa manco parlare in italiano. Non pensavamo potesse danneggiarci. Abbiamo sottovalutato la possibilità mediatica di gente di scarsa cultura. Siamo stati convocati qua (in Procura a Caltanissetta, ndr) da Gozzo e Paci(Domenico Gozzo e Gabriele Paci erano pm a Caltanissetta, ndr). Mi hanno chiesto degli incarichi. Gli ho detto che mio marito (l’ingegnere Lorenzo Caramma pure lui imputato, ndr) lavorava in una sola misura che non era del mio collegio e l’aveva avuta anni prima con il presidente Cesare Vincenti. Si chiuse lì. Non fu aperto un procedimento penale. Maniaci ne continuava a parlare, fino a quando la eco divenne maggiore di questa specie di televisione. Televisione che faceva l’antimafia e si prendeva i soldi della mafia. Prendeva soldi dal proprietario di una cava. Certo è curioso. Impastato (un altro imprenditore a cui erano stati sequestrati i beni, ndr) aveva dato la macchina alla figlia di Maniaci. Abbiamo chiesto che il Csm ci tutelasse ma il Csm chiuse la pratica perché non ne valeva la pena, era una piccola emittente squalificata».
Infine sul conto di Maniaci aggiunge di avere saputo da Claudio Fava (faceva parte della Commissione parlamentare antimafia, ndr):
«Mi disse: “come possiamo aiutarvi, ma a questo non lo dovevamo arrestare?”. Era una battuta, per me Maniaci non esisteva, ho sbagliato a non querelarlo subito così si stava zitto. Sono andati dietro a un pazzo».
In un passaggio delle intercettazioni, era emerso che Saguto fosse stata informata in antico dei guai giudiziari che avrebbero poi coinvolto Maniaci.
Come si vede la Signora Saguto ha messo in azione la sua macchina del fango, la cui aberrazione, degna di denuncia, cosa che stiamo valutando, è che Maniaci faceva antimafia con i soldi della mafia, e, per giustificare l’affermazione fa riferimento a una macchina che Impastato avrebbe dato una macchina alla figlia di Maniaci. Tutto qua.
La Saguto arriva a queste affermazioni, poiché è davvero un’esperta nel “prendere i soldi della mafia” e questo è appunto il suo metro di valutazione. Attenzione, la parola “prendere” va letta nel suo giusto significato, che in prima battuta vuol dire mettere sotto sequestro, in seconda battuta è una storia più lunga, in gran parte conosciuta. Ci pare di capire che il giudice Gozzo, assieme a Gabriele Paci, dopo l’audizione di Pino Maniaci abbia continuato la sua indagine convocando la Saguto, e poi abbia forse archiviato tutto, visto che lei dice «Si chiuse là».