Tra un po’ di tempo, altre storie seppelliranno quella che attualmente è sulle bocche e sulle penne di tutti i giornalisti iscritti all’albo e la libertà di espressione, di pensiero, di stampa, continuerà ad essere calpestata, più di prima, in balia alla nostra indifferenza e a quella di una politica sadica e da sempre ipocrita in grado di tutelare soltanto i propri interessi. Com’è sempre successo, come altre vicende ci hanno dimostrato. Siamo tristemente abituati a non tenere continuamente viva la memoria.
Dovremmo imparare, tutti, a essere uomini e donne con ideali di fraternità ben precisi da diffondere nella comunità… a portare a termine le nostre battaglie per la giustizia e a far valere i nostri diritti e doveri. Dovremmo imparare a percorrere la strada della legalità, a prescindere, con audacia e fermezza, non piegandoci, per esempio, alla prima richiesta di pizzo, come quella espressa dai parcheggiatori abusivi. Dovremmo imparare a leggere anche la cronaca locale e commentarla, con obiettività e senza impulsività, al fine di promuovere dei messaggi fondamentali e sensibilizzare le nuove generazioni. In poche parole dovremmo migliorare dalla radice il nostro modo di pensare, di agire, e imparare a cambiare direzione ogni tanto. Non sempre “la massa” percorre la strada giusta.
Dobbiamo imparare a essere LIBERI. Ad ogni costo. Liberi di pensare, di scrivere, di leggere. Dobbiamo inoltre imparare a non ritenerci diversi dagli altri e, un giorno, insegnare questi concetti a coloro i quali ci succederanno.
Ciò che è successo nella redazione francese di Charlie Hebdo è terrificante. La nostra indignazione non dovrebbe essere occasionale ma costante… durare negli anni, nei secoli. Dobbiamo difendere ogni giorno l’art. ventuno della costituzione, per prevenire queste stragi. Ma noi siamo abituati a “curare” … già … “curare” ciò che ormai è morto, “curare” dei pensieri ormai frantumati, “curare” dei disastri ormai compiuti. Quanto siamo bravi a “curare”.
Nous sommes tous Charlie. Noi siamo Charlie. Oggi e per sempre. Perché la Libertà di Manifestazione del Pensiero, per noi, è sacrosanta e non può essere negata con nuovi eccidi, Voltaire diceva: «Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere».
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