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Ispezione del dirigente ASP di Palermo all’Ospedale Civico di Partinico

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Rilevate presunte disfunzioni e condizioni critiche. Ma il problema interessa tutta la sanità pubblica siciliana

Il 29/11/2019 il Direttore Generale della ASP di Palermo Daniela Faraoni, assieme al Direttore Sanitario Maurizio Montalbano e al Direttore Amministrativo Nora Virga, hanno effettuato una visita di controllo presso l’Ospedale Civico di Partinico, a seguito della quale sarebbero stati fatti una serie di rilievi ai responsabili dell’Ospedale, unitamente a considerazioni preoccupanti, soprattutto sullo stato in cui è tenuto il Pronto Soccorso. In primo luogo è stato rilevato uno stato di sovraffollamento, con utenti che stazionavano anche dalla sera prima, in attesa di ricovero, o del risultato di esami diagnostici e di consulenze, senza che i pazienti in attesa potessero contare su alcun tipo di assistenza, a parte quella dei propri parenti e a parte il proprio corredo personale di cuscini e coperte. La relazione nota come “l’immagine di abbandono e di disordine che scaturisce dalla presenza di involucri posti sotto i letti e/o sotto le barelle è stata insopportabile” e minaccia di assumere provvedimenti ove questa condizione continuasse. Ma c’è di più: si fa notare che il 19% degli utenti del pronto soccorso sosterebbero per più di sei ore, prima di uscire, o per dimissione, o per ricovero. Ciò che invece lascia spazio a molte domande è la considerazione che le risorse umane a disposizione dell’Ospedale  sono sufficienti, poiché comprendono, a dire dei dirigenti della ASP, 10 dirigenti medici, oltre ai medici d’emergenza, 20 infermieri con un coordinatore. Si lamenta che, malgrado le sollecitazioni non sono stati attivati i posti letto assegnati alle varie unità operative, che in Chirurgia e in Cardiologia c’è stata addirittura una riduzione di due posti, che in medicina interna 4 dei 20 posti letto previsti sono utilizzati per Day Hospital e che tale riduzione causa una serie di disfunzioni e di ritardi sulla capacità di erogazione dell’assistenza da parte del Pronto Soccorso. Altri rilevi sono fatti sulla mancata copertura dei posti letto, sulla durata della degenza, molto più lunga della media, soprattutto in Ortopedia, sul ricorso, non sempre giustificato, al trasferimento presso altre strutture, anche per semplici esami diagnostici di primo livello.

L’attuale invito ad occuparsi dell’efficienza della struttura ospedaliera, soprattutto a rimediare alle presunte disfunzioni del Pronto Soccorso, sarà stato motivato, con ogni probabilità da qualche lettera di protesta o di denuncia da parte di qualcuno che ha avuto la sfortuna di ricorrere al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Partinico. Per alcuni versi le note di rilievo non mettono in evidenza tutto quello che succede in particolari momenti di affollamento e non accennano alle difficoltà con cui si trovano a lavorare i pochissimi medici e infermieri a disposizione del reparto: buona parte del loro tempo, in mancanza di un segretario, se ne va per scrivere relazioni, diagnosi, prese in carico, dimissioni e altri adempimenti burocratici. Spesso mancherebbero anche i farmaci e gli strumenti indispensabili per effettuare le prime cure, ma è frequente trovare persone ferite e bisognose di cure urgenti, in attesa di una chiamata che arriverebbe dopo ore d’attesa, sotto la sorveglianza d’una guardia giurata, la cui funzione non dovrebbe essere quella di fungere da “tampone” all’ingresso. Tuttavia nulla di nuovo o di diverso rispetto a quanto succede in molti altri pronto soccorso, non solo della Provincia, ma di tutta la Regione. C’è da chiedersi perché a Partinico è stata effettuata l’ispezione e in altri ospedali no. Sembra solo autoreferenziale e ipocrita il riferimento all’”Impegno profuso da parte dell’assessorato alla Salute e dell’assessore stesso in persona”. L’assessore si è solo preoccupato di declassare l’ospedale nei reparti di ginecologia e pediatria e di operare una serie di tagli, dirottando molte risorse economiche presso il vicino ospedale cittadino Ingrassia.

È il caso di ripercorrere alcune circostanze che hanno negli anni ridotto l’efficienza di una struttura ospedaliera d’avanguardia, come era un tempo quella di Partinico, dove lavorano 500 persone, sino a lasciar paventare un suo smantellamento in vista di una possibile chiusura, con grave danno per un bacino d’utenza di oltre 300 mila persone per le quali l’offerta sanitaria è carente, se non inesistente. Nel 2010 è stato chiuso il reparto di Otorinolaringoiatria, da diversi anni il reparto di Urologia è stato accorpato con quello di Chirurgia, nel 2018 sono state ridimensionate le unità di Ginecologia (alla quale sono stati assegnati  solo 8 posti letto e di Pediatria, con solo sei posti letto per l’intero bacino d’utenza e conseguente riduzione del personale medico e infermieristico, oltre che con l’eliminazione del primario. Sempre nel 2018 è stato chiuso l’ambulatorio di Pneumologia, per pensionamento del titolare, e mai più ripristinato, con grave danno per i pazienti con patologie tumorali enfimatose o con broncopneumopatie. Il servizio di vaccinazione si ritrova senza più organico infermieristico e con personale medico carente- Inoltre sarebbero stati tagliati posti letto, per interventi di “razionalizzazione” poco razionale in Medicina Generale (previsti 16 posti letto), in Chirurgia Generale (previsti 10 posti letto), in Ortopedia e Traumatologia (previsti 12 posti letto) con carenze croniche di specialisti ambulatoriali, medici territoriali e infermieri. Le liste di attesa raggiungono i 120 giorni, con il persistente dirottamento presso altre strutture ospedaliere. Quella della mancanza d’organico, che invece, secondo il Dirigente Sanitario sarebbe sufficiente, è una cronica carenza cui si lega la perdita o la carenza di professionalità: su una pianta organica di 160 infermieri risultano vacanti più di 60 posti, su un organico di 66 operatori sociosanitari ne risultano in servizio solo una decina; al Poliambulatorio, su una pianta organica di 16 unità di infermieri, ne risultano presenti soltanto sette. L’unica nota positiva è data dalla costituzione della U.O.S. del piede diabetico e della U,O,C di diabetologia, diventata centro di riferimento regionale.

Nel Piano Regionale delle buone intenzioni dell’assessore è prevista l’istituzione di unità operative di Recupero e Riabilitazione Funzionale, con 18 posti letto, di Lungodegenti, con 16 posti letto ma non è specificato con quale personale. Allo stato attuale si può solo osservare che non è stata fatta o non si è voluta fare la mancata riconfigurazione dell’Ospedale di Partinico come centro strategico per l’erogazione di assistenza sanitaria nella Provincia occidentale di Palermo e Trapani e che il potenziamento di servizi, personale, attrezzature è orientato interamente nella direzione degli ospedali palermitani e catanesi, con grave danno per i bisogni di centinaia di migliaia di utenti. Tutto ciò nel silenzio responsabile e colpevole dei politici della zona, compresi sindaci, assessori, Presidenti del Consiglio che sull’argomento non hanno speso una parola o sembrano molto distratti. Solo la costituzione di un comitato dei primi cittadini dei comuni che gravitano nel bacino ospedaliero dell’ospedale, al quale fa riferimento un’utenza di circa 300 mila persone, potrebbe mettere i responsabili politici della sanità razionale davanti alle loro responsabilità e disattenzioni e rimettere in discussione l’attuale tendenza che spinge il malato a ricorrere alle strutture sanitarie private e a pagamento.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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