Si tratta dell’eterna spina nel fianco di molti comuni della Sicilia che, con la creazione dell’ATO, cioè dei cosiddetti Ambito territoriale Ottimale, avrebbero dovuto risolvere il problema, attraverso il coinvolgimento di Comuni e Regione, ma che si sono trovati davanti alla solita cattiva gestione del servizio pubblico, al fallimento del progetto e all’inevitabile ritorno dell’affidamento a privati. Dall’ATO, ente sovra comunale, a capitale pubblico, si è passati all’ARO, Ambiti di Raccolta Ottimale, affidati ai comuni, anzi a Comuni in forma singola o associata, che avrebbe dovuto sostituire l’ATO, con la possibilità di convenzione tra enti locali, di fare bandi di gara e capitolati d’appalto, e di lì si è arrivati alle Srr, Società di Regolamentazione Rifiuti, che sono 18, con il compito di fare i piani d’ambito, i costi standard dei servizi, tariffe, monitoraggio e progettazione impiantistica. In questo il governo Crocetta ha continuato sulla linea del governo Lombardo. Le ATO, attraverso i soliti bandi di gara e quindi l’affidamento a privati del servizio di raccolta e conferimento sono, in molti casi andate oltre la collaborazione col comune che metteva a disposizione i suoi mezzi e i suoi uomini e il sistema si è ingarbugliato di più attraverso contratti scaduti, proroghe continuamente rinnovate e regole mai modificate. In pratica una sorta di serpente che si morde la coda e che ha lasciato i comuni della Sicilia a galleggiare dentro i rifiuti, lasciandoli ammassare e marcire per poi raccoglierli quando la situazione era diventata intollerabile.
I comuni hanno scoperto di essere sprovvisti delle competenze necessarie, di non avere personale in grado di gestire il servizio, e hanno continuato in un modo o in un altro a servirsi dei privati, che mettendo a disposizione uomini e mezzi hanno fatto salire alle stelle i costi per la raccolta e lo smaltimento. Nell’ambito di questo generale sfascio i comuni di Partinico, Capaci e Borgetto, che non avevano le carte in regola per passare all’ARO, hanno deciso, come già molti altri comuni dell’isola, di procedere, con il consenso della Regione all’affidamento, attraverso una gara aperta, che sarà controllato dall’UREGA, altro ente creato all’uopo, di affidare ai soliti privati la raccolta e il conferimento, in attesa che le discariche, sia pubbliche che private, si riempiano definitivamente , per dare il via al progetto di biostabilizzazione, che prevede tre impianti i quali dovrebbero sostituire i cinque inceneritori previsti da Lombardo, che prima, nelle intenzioni di Cuffaro dovevano essere nove.
È sempre più un casino che vanifica anche gli sforzi dei cittadini di fare la differenziata e che ci pone all’ultimo posto in Italia, con la trovata irresponsabile di Crocetta di trasferire i rifiuti all’estero, dove ce li fanno pagare a peso d’oro e sanno come utilizzarli. Coraggio, “a curpa unn’è di nuddu: è r’a munnizza ch’è luoirda”.
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