Il trionfo del Ghost. Pagina di diario dell’11 settembre 2018

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I fatti del giorno e gli approfondimenti nella nostra pagina di diario, oggi intitolata “Ghost”

Oggi dovremmo parlare del fatidico 11 settembre, su cui è stato detto tutto e il contrario di tutto. Ne continuano e ne continueranno a parlare i telegiornali con le analisi dei nostri esperti giornalisti che ci diranno essersi trattato del più grande attentato terroristico della storia, di uno scacco al sistema di sicurezza degli Stati Uniti, di un mandante, Osama Bin Laden, misteriosamente poi trovato morto, in un raid degli americani, anche se non è stato mai possibile vederne il cadavere: si parlerà meno dei contatti che Bin Laden ha avuto con gli americani, degli affari fatti insieme e di tutta una serie di altri imbrogli su cui mai arriveremo a sapere le dinamiche. Di certo c’è soltanto che hanno perso la vita circa 3000 persone e che la recita dei nomi di questi morti non servirà ad altro che a riaprire, come ogni anno, una ferita nei complicati rapporti con il mondo arabo e l’occidente.

Accanto a questo che, per molti aspetti è un attentato fantasma, altri fantasmi si aggirano dalle nostre parti: abbiamo appreso oggi da notizie di stampa di una condanna per diffamazione con il pagamento di una penale di 15 mila euro, fatta da un tribunale penale di Palermo, a seguito di una denuncia fatta dall’attuale presidente della corte dei conti Savagnone, la quale, nel 2016, allorché cominciava ad addensarsi la bufera sulla Saguto, presidente del tribunale misure di prevenzione, si è sentita calunniata da un nostro articolo in cui si diceva che suo genero era un giornalista che lavorava a Trm, la televisione dei Rappa, messa sotto sequestro dalla Saguto e affidata a Walter Virga in amministrazione giudiziaria. L’articolo adombrava il sospetto che in tale assunzione potesse esserci lo zampino della Saguto, anche se già, due giorni dopo, precisavamo che, ove  fossero state scritte notizie scorrette o inesatte, che avrebbero potuto offendere la sensibilità del magistrato, eravamo pronti a chiedere scusa e a rettificare. La rettifica arrivò dalla stessa Savagnone che chiedeva 200 mila euro per il danno arrecato alla sua immagine, poiché ella affermava che il genero era entrato a Trm grazie alla sua professionalità e che lei non conosceva nemmeno la Saguto. La cosa avrebbe potuto essere risolta con una stretta di mano e invece l’alto magistrato ha preferito continuare nell’iter giudiziario, senza che sia stata notificata, da allora alcuna udienza o che ci sia stata data l’opportunità di far valere le nostre ragioni in tribunale. Si è arrivati così a un processo fantasma e a una sentenza fantasma con la condanna di Pino Maniaci, di Salvo Vitale, estensore dell’articolo, e di Riccardo Orioles, colpevole, in quanto direttore, di non avere esercitato il controllo sulla veridicità della notizia. Naturalmente cercheremo di riportare i fantasmi in terra e di andare in appello, oppure di chiedere l’annullamento della sentenza, ove se ne riscontrassero gli elementi, pur con la precisa convinzione che i magistrati non si toccano, che chi tocca i fili muore, come è successo a Salvo Vitale che sta scrivendo, con il procuratore Lo Voi, anche lui offeso da un articolo che voleva solo fare ridere. Assurdamente, in tutto questo, l’unico magistrato che non ci ha denunciato è la Saguto, e ne avrebbe avuto tutti i motivi, dal momento che gliene abbiamo detto di tutti i colori. Alla fine finiremo con il rivalutarla, chissà.

E spostiamoci nella Casa del popolo, cioè al Municipio di Partinico. Stamane è successo un mezzo teatrino nel momento in cui Maniaci è andato in Municipio, assieme al consigliere Rao: gli sono stati chiesti i documenti e la motivazione dell’ingresso, Rao ha replicato con forza che non c’era bisogno di questo e che avrebbe voluto parlare col sindaco, alla fine il sindaco non si è presentato e siamo ancora in attesa di conoscere questa ordinanza fantasma. Al momento, secondo il nostro parere, poiché solo una nuova legge può abrogare la vecchia, dovrebbe valere la vecchia disposizione e il vecchio regolamento, che autorizza, all’art.36 bis la presenza delle emittenti accreditate al Consiglio Comunale. E da 20 anni Telejato è accreditata. Ma anche a volere giustificare la richiesta del documento d’identità, è abbastanza curioso che si chiedano le motivazioni della visita e si debba attendere il parere della persona con cui si voglia conferire: regole di questo tipo non vigono neanche nelle caserme o al palazzo di giustizia. Forse fra qualche mese sarà installato anche il cercametalli per evitare che qualche esaltato non possa fare atti di violenza armata, chissà.

Possiamo annunciarvi che è pronta la delibera da sottoporre al consiglio comunale che dovrebbe approvare la situazione di dissesto. Non vi daremo tutti i passaggi, ma è impressionante notare come dentro ci sia una storia di atti mai espletati, di contenziosi mai definiti, di pagamenti mai effettuati, di bilanci mai approvati ecc. Anche la quantificazione delle somme non è facile: accanto al debito più grosso, che è quello nei confronti dell’ATO, di 12 milioni di euro, ci sono una serie di altre voci che ci lasciano ipotizzare una stima complessiva tra i 14 e i 16 milioni di euro. Il tutto in attesa del parere dei revisori dei conti, che, si dice, stanno lavorando per noi. Diciamo che i vari pezzi del default stanno cominciando ad acquistare un’identità e non sono più fantasmi.

Ancora un  fantasma che si aggira è quello del famoso compattatore che ha riversato i rifiuti in contrada Giambruno: la Co.ge.si insiste che non si tratta di un suo mezzo. In fondo in fondo, anche a voler pensare male e ad ammettere che lo sia, lo sversamento avrebbe potuto essere anche recuperato con il pagamento di una “paletta” e con un centinaio di euro. Corre voce che sia stato identificato l’autista del mezzo e che questo lavorerebbe per la Co.ge.si, ma tutto è avvolto nel silenzio delle indagini, da cui forse è trapelato qualcosa, senza che si possa ancora saperne di più su questa notizia fantasma.

Ultimo fantasma, questa volta fantasmino è Michelino Vitale fardazza, figlio di Vito, che ieri è stato fermato alla guida di un mezzo senza patente. Condotto subito in Commissariato in stato di arresto, e difeso dall’avvocato Causarano, oggi è stato rilasciato, senza che nei suoi confronti sia stata presa in considerazione l’aggravante “mafiosa”. Non è stato nemmeno convalidato l’arresto.

E tra un fantasma e l’altro abbiamo finito la nostra pagina di diario. Alla fine la sensazione è che tutta, da Palermo a Partinico sia una storia di fantasmi, quelli che buttano la monnezza ovunque, quelli che scattano foto, quelli che convocano conferenze stampa privilegiando solo alcuni fantasmi, quelli che emettono sentenze senza che gli imputati condannati ne sappiano niente ecc. Il trionfo del Ghost.

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