Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 1990, alle ore 01:24, una scossa di circa 45 secondi, con magnitudo massima di 5,7 ritcher, stravolse buona parte della Sicilia sud-orientale. Tra i comuni più devastati dal terremoto, quelli di Lentini, Carlentini, Francofonte, Melilli, Sortino, in provincia di Siracusa, dove si registrarono 17 vittime, centinaia di feriti e più di 14000 sfollati. A Siracusa doveva essere un giorno di festa quello del 13 dicembre, un giorno dedicato alla sua patrona, Santa Lucia, da cui il terremoto prende appunto nome, invece la ricorrenza non iniziò nemmeno. Qualcuno si era appena messo a letto, qualcun altro stava già dormendo. Il terremoto arrivò e in pochi secondi le strade, quelle strade che dopo qualche ora dovevano riempirsi di bimbi con tanta voglia di vivere, si affollarono di gente con la disperazione in viso: chi, con le lacrime agli occhi, vedeva crollare le proprie abitazioni, quelle che tanti padri di famiglia avevano messo su dopo una vita piena di sacrifici, chi cercava riparo da qualche parte e chi cercava a voce alta, assistenza e protezione per i propri figli e animali. Furono 45 secondi interminabili, di paura e terrore, 45 secondi che distrussero tutto, a cominciare dai sogni, dalle speranze, gioie, emozioni di quanti l’indomani si aspettavano di festeggiare il proprio onomastico, o di tutti quelli che invece aspettavano di risvegliarsi per andare in chiesa a celebrare Santa Lucia.
L’evento sismico è conosciuto pure come “Terremoto dei silenzi”, poiché i mass media cercavano di distaccarsi dall’argomento principale per parlare d’altro e perché gli enti di monitoraggio cercarono di nascondere i reali danni, modificando peraltro l’intensità del sisma e il suo epicentro. Alcune fonti di notizie del tempo, riportano una localizzazione errata dell’epicentro, che per la verità avvenne non nel Golfo di Noto, o a Carlentini, ma nel Golfo di Augusta. Questo evento cadde notevolmente nel dimenticatoio quasi immediatamente, in seguito ai vari episodi che si succedevano nella Guerra del Golfo, iniziata il 2 agosto 1990 e terminata il 28 febbraio 1991, in Iraq.
Tanti misteri avvolgono ancora questa vicenda. Da Carlentini, per esempio, Giuseppe Guercio ci chiede: “Come e dove sono stati smaltiti tutti i materiali di risulta delle demolizioni degli edifici di Carlentini? E soprattutto, che fine ha fatto tutto l’amianto che era presente in quelle case?”.
Un interrogativo difficile, che probabilmente non troverà mai risposta, perché per esempio quel materiale è stato disperso – da chi aveva il compito di smaltirlo – nelle campagne di Carlentini, o perché i responsabili sono troppo impegnati ad occuparsi d’altro, a insabbiare la verità, a tapparsi le orecchie e a far finta di nulla.
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