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Il NO di sindacati e studenti alla buona scuola di Renzi

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Un no unico che ha unito studenti personale amministrativo e professori in tutta Italia quello gridato all’indirizzo del disegno di legge del governo sulla “Buona scuola”.

Compatti come forse non lo sono mai stati i tutti comparti del settore scuola contro la riforma fortemente voluta dal governo Renzi. Oggi in tutto lo stivale cortei, manifestazioni Strade e piazze in mano a sindacati, insegnanti, personale amministrativo e studenti.

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Foto di Matteo Nardone

I MOTIVI DELLA PROTESTA – Secondo i sindacati confederali la riforma non contiene nulla, Domenico Pantaleo segretario FLC Cgil ha affermato che “La riforma dell’esecutivo è inaccettabile e incostituzionale in molte parti: nega il diritto allo studio e allarga le disuguaglianze sociali e territoriali. Inoltre finanzia ulteriormente le scuole private”.

All’interno del disegno di legge si prevedono diverse privatizzazioni e formule alternative di finanziamento dell’istruzione pubblica come il 5 per mille e le elargizioni libere in denaro da parte di private alle scuole sul modello americano. I Sindacati in merito attaccano affermando che queste misure accentueranno il divario già esistente tra scuole di serie A e B.

I PRESIDI COME MANAGER –  Una questione spinosa è rappresentata dai nuovi poteri, a detta dei manifestanti troppo discrezionali, che avrebbero i presidi con la nuova riforma. Stando alle ragioni degli scioperanti “La riforma accentua a dismisura i poteri del dirigente scolastico  prefigurando un uomo solo al comando mentre ridimensiona  il ruolo degli altri soggetti che operano nel sistema, dagli organi collegiali ai singoli docenti”. 

I PRECARI – Per quanto concerne i precari nonostante i proclami del governo che ha paventato più di 100mila assunzioni c’è forte preoccupazione Massimo di Menna di Uil Scuola ha affermato che “Nelle promesse dovrebbero cancellare il precariato della scuola, ma la proposta governativa non dà le risposte attese sul precariato. Ci sono insegnanti precari che hanno superato prove e corsi a pagamento per l’abilitazione e che insegnano da anni, per i quali è previsto il licenziamento”, afferma Di Menna.

I fatti indicano che il numero di precari da stabilizzare è altissimo, basti pensare al quelli provenienti dal concorsone del 2012 e quelli che sono nelle graduatorie provinciali ad esaurimento.

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Redazione

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