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I tanti falsi profili e le vittime silenziose del catfish

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Doveva servire una tragedia e il servizio de Le Iene per portare alla luce quello che avviene normalmente e quotidianamente sul web. Falsi profili, fake account, uomini sotto le spoglie virtuali di donne, furti di identità, sostituzione di persona. Ogni giorno la rete da spazio e terreno a persone che si muovono in maniera illegale e criminale.  Abbiamo incontrato una donna, che vuole restare anonima e ci racconta la sua esperienza molto simile a quella di Daniele, il giovane ragazzo suicida a soli 24 anni, ingannato e raggirato online.

  • Vuoi raccontarci la tua esperienza sul web, cosa hai vissuto di preciso?

 

  • Vorrei dire innanzitutto che prima di incontrare un catfish e vivere le stesse dinamiche del povero Daniele, in rete ho trovato un profilo che si sostituiva a una giovane ragazza avvenente, un’altra entità che dietro il suo profilo in rete si nascondeva un uomo, la rete pullula ogni giorno di questa gente.

 

  • Dici che hai vissuto una cosa molto simile a quella del giovane ragazzo di Forlì?

 

  • Si anche io durante il lockdown, in un momento difficile per tutti di chiusura, per mia solitudine e fragilità, era un periodo veramente difficile della mia vita, ho incontrato online questa fantomatica donna molto bella, che si spacciava per una manager di un’azienda di intimo di lusso, ma in un anno non ha fatto che raccontare bugie su bugie, menzogne su menzogne.

 

  • Non ti sei accorta che era un catfish? Una persona diversa da quello che diceva di essere?

 

  • In verità l’avevo capito sin da subito, perché una persona che non vuole far sentire la sua voce, che non ti manda nemmeno un audio, che non si palesa realmente, non e’ quello che dice di essere.

 

  • E come sei caduta in questo tranello allora?

 

  • Per fragilità di quel momento. Cadere nella rete dei catfish avviene sempre perché ci troviamo in un momento dove siamo più deboli e vulnerabili. Queste persone riescono a manipolarti e a raggirati, ti trovi, come ha detto il padre di Daniele sempre più infangato in questa cosa, in trappola, in una relazione tossica e malata, dove chi compie il catfish ti sta facendo una vera  e propria violenza psicologica e morale.

 

  • Quindi riesci a comprendere bene quello che è accaduto al povero Daniele.

 

  • Lo comprendo benissimo perché l’ho passato anche io. Ti leghi sempre più a un qualcosa che non esiste, la dinamica che si mette in moto è di potere e di controllo, il catfish ti nutre di illusioni e menzogne, mentre tu ti apri ingenuamente e con fiducia, questa gente gioca con i tuoi sentimenti e ti fa solo del male. Chiaramente queste persone hanno dei forti disturbi mentali e relazionali. Perché per fare quello che e’ successo a me o a Daniele o a tante altre persone, la tua vita reale deve essere molto vuota e mediocre.

 

  • Oggi sei molto consapevole, che consigli vuoi dare alle persone per non cadere in questi inganni?

 

  • La prima cosa, se non fanno sentire la loro voce, se non si fanno vedere, bisogna tagliare subito, non entrare in nessun modo in relazione con loro. Di fondo sono persone represse, perverse, e anche malvagie, c’è una sorta di piacere sadico nel manipolare, rendere l’altro un semplice oggetto del proprio gioco perverso e malato.  Tagliare subito quindi se non si riesce a vedere realmente la persona per quello che dice di essere.  Tagliare e proteggersi.

 

  • Come ti sei protetta tu?

 

  • Ci ho messo veramente molto a capire  in cosa mi ero andata a infognare. Mi sono arrivati anche dopo altri falsi profili, fake account di donne che venivano sempre da questa persona, che si divertiva, anche molestandomi, non so chi ci sia dietro questo profilo, ma chiaramente c’e’ qualcuno che non sta bene mentalmente, però nonostante siano persone disturbate, hanno una loro logica ed intelligenza nel mettere in atto i loro giochi e i loro inganni.

 

  • Non hai denunciato?

 

  • Non ho denunciato. Questo profilo continua ad esistere su telegram, come continuano ad esistere gli altri falsi profili incontrati su facebook e su istangram. Servono punizioni più severe, c’è un vuoto della giurisprudenza rispetto a questo tema e a questi reati. Uno denuncia e poi archiviano tutto. Se non si mettono in atto pene certe e severe, la gente continuerà in questo sulla rete, mietendo vittime, tanto sanno che non gli succede nulla. Spero che il caso di Daniele apra una riflessione e un dibattito in questo senso e che qualcosa possa cambiare. Anche perché ripeto si vivono delle vere violenze psicologiche e  morali da parte di questi soggetti.

 

  • Come ti senti ora rispetto a quello che hai vissuto?

 

  • Ho intrapreso un percorso terapeutico per guarire interiormente e psicologicamente da ciò che ho vissuto. Ho compreso che online bisogna proteggersi e non aprirsi con persone che non si conoscono e soprattutto non sono reali. Quello che è accaduto a Daniele ha riaperto una  ferita. Ho grande dolore per questo giovane ragazzo e per la sua famiglia. La  lettera che ha scritto al fratellino e ai suoi cari è straziante. Vedo un ragazzo buono, pulito, innocente che pensava di aver incontrato l’amore della sua vita. Non si può morire per questo. Questi giochi perversi debbono essere fermati prima. Queste persone vanno individuate, fermate e punite. Non possiamo restare a guardare. Come diceva EinsteinIl mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie, ma per quelli che osservano senza fare nulla”.  Per questo ho voluto raccontare la mia storia, non voglio restare a guardare. In una recentissima intervista a I fatti vostri il padre di Daniele ha raccontato come nei messaggi la falsa Irene Martini non faceva che parlare di sesso e non di amore. Questo è un altro campanello d’ allarme. Perché queste persone sono così, è successo anche a me, hanno dei forti disturbi anche nella sfera sessuale, sono fondamentalmente dei perversi in todo. Buttano polvere negli occhi dell’altro facendo leva sul bisogno d’amore, ma hanno una morbosità e una fissazione sessuale che non è per nulla sana. Ripeto persone che mettono in piedi online tutto questo che vite hanno nella realtà? Se poi andiamo a vedere hanno voragini e vuoti interiori, vite penose e mediocri. Una persona piena nella vita reale, certo non ha bisogno di inscenare questo teatro di menzogne virtuali, che purtroppo può anche trasformarsi in una tragedia reale. Si dice il gioco è bello quando dura poco. E certi giochi vanno sicuramente fermati prima, ancor prima del nascere.
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Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, collaboratore di Wordnews.it e referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora con Pressenza, Giustizia.info, QcodeMagazine, Comune-Info e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e "rotta adriatica" del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di "marcare" la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.

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