Ed è inevitabile associare a colui il quale estorce denaro, la definizione di mafioso. Un mafioso dai pantaloni corti, come lo chiamiamo banalmente, perché quelli con pantaloni lunghi si sono macchiati di altri crimini ben più gravi, in quest’ultimo secolo: ne possiamo trarre degli esempi dalle stragi del ’90, per opera di Cosa Nostra, o dalla strage di Portella della Ginestra, per opera di Salvatore Giuliano.
Il posteggiatore abusivo si “appropria” indebitamente di spazi urbani, privati o pubblici, centrali o periferici, nei pressi – per esempio – di stadi, discoteche, ospedali, e aspetta che nuove vittime cadano tra le sue braccia, per intimarle, anche col sorriso, di sborsare una precisa somma di denaro in cambio della prestazione illecita che, nella maggior parte dei casi, garantisce alla vittima l’assicurazione di ritrovare la propria auto, nello stesso posto in cui l’ha lasciata, senza graffi né ammaccature. Ma la quotidianità ci dice che non sempre è così, infatti, sono molto frequenti i casi di persone le quali, nonostante aver fornito i contanti agli abusivi, hanno ritrovato il proprio mezzo di trasporto rovinato, restando impotenti alla scoperta per paura di ripercussioni.
La pretesa di denaro espressa dai posteggiatori abusivi, è confusa da molti come una richiesta di elemosina: vero è che la maggior parte di loro sono disoccupati, vero è che la nostra Nazione sta attraversando un evidente momento di crisi economica. Ma coloro i quali chiedono l’elemosina sono il più delle volte persone oneste, alla ricerca di un futuro stabile e leggermente più prospero per se stessi e per la propria famiglia, e non li trovi di certo per strada a inventarsi “mestieri” illegali o a minacciare la gente per farsi pagare la sosta dell’auto. Anzi. Li scorgi seduti nei marciapiedi della città, con una coperta sulle gambe e un cappello, un cesto o un bicchiere, accanto, in attesa che qualcuno faccia loro una piccola offerta, senza però pretenderla. I parcheggiatori abusivi, invece, s’inventano delle tariffe, che vanno dalla somma irrisoria di un euro a cinque, dieci, quindici euro e te li impongono, “o paghi, o ti distruggo la macchina”. Questa, noi, non riusciamo a chiamarla elemosina, bensì pizzo, quello che genericamente domandano (a periodi o non) i mafiosi ai piccoli commercianti e imprenditori, promettendo loro una presunta “protezione”.
La normativa italiana punisce, infatti, l’attività del parcheggio abusivo soltanto con una sanzione amministrativa. La legge 1º agosto 2003 n. 214 che introduce il comma 15-bis dell’articolo 7 del codice della strada, stabilisce che:
Salvo che il fatto costituisca reato, chi esercita abusivamente, anche avvalendosi di altre persone, ovvero determinano altri ad esercitare abusivamente l’attività di parcheggiatore o guardiamacchine sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 726 ad euro 2.918. Se nell’attività sono impiegati minori, la somma è raddoppiata. Si applica, in ogni caso, la sanzione accessoria della confisca delle somme percepite, secondo le norme del capo I, sezione II, del titolo VI.
Per quanto ci è parso di capire, però, il codice della strada si riferisce solamente ai posteggiatori abusivi sprovvisti di partita I.V.A. e che esercitano la loro attività in un’area (prevalentemente privata) adattata a parcheggio, non autorizzata, recintata e possibilmente munita d’insegne, senza le necessarie destinazioni d’uso catastali. Questi, perciò, possono essere soggetti a sanzioni, anche se, dice Marco, «le multe non vengono pagate quasi mai dai soggetti in questione perché nullatenenti, creando di conseguenza grandi problemi nei bilanci comunali (com’è successo ad Acicastello) nei quali le ammende sono conteggiate come entrate»
Gli individui che troviamo nelle vie pubbliche, a improvvisarsi posteggiatori, chiedendo denaro, non sono passibili a nessuna ammenda poiché la legge non riconosce la figura del parcheggiatore su suolo pubblico, pertanto, le autorità non possono intervenire se non nel caso in cui qualcuno denunci di esser stato vittima di estorsione.
Ai sensi dell’art. 629 del codice penale,
chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque e dieci anni e con la multa da euro 1000 a euro 4000. La pena è della reclusione da sei a venti anni e della multa da euro 5000 a euro 15000 se concorre taluna delle circostanze indicate nell’ultimo capoverso dell’articolo precedente.
La violenza o la minaccia devono essere dirette a forzare la volontà della vittima affinché questa compia un atto di disposizione patrimoniale, rimanendo indifferenti le modalità con cui queste condotte si realizzano.
«Diciamo che, piano piano – continua Marco – sempre più gente prova a dire No ai posteggiatori abusivi, ma siamo ancora a numeri bassissimi, l’importante, in ogni caso, è che se ne cominci a parlare ogni giorno di più. Ci sono anche modi non bruschi per non pagare senza mettersi a “tu per tu” con il posteggiatore, come un semplice “ci vediamo dopo”… tanto il “dopo” non ci sarà mai».
L’uomo è un fiume in piena:
«In questi anni abbiamo dovuto prender atto di una cosa, Catania, ancora, non è veramente stanca di pagare… raccogliamo centinaia di denunce, segnalazioni ma, oltre a chi ancora oggi, li difende, combattiamo soprattutto il “purtroppo è così” nelle bocche dei nostri concittadini, per rendere l’idea, il problema più grande di un movimento nato su internet è di riuscire a trasformare la foga mediatica in presenza reale, in tutte quelle iniziative programmate nel territorio. È una problematica che il movimento di Palermo ha vissuto in prima “persona” e che noi stiamo cercando di limitare, perché quando si tratta anche solo di incontrarsi per parlare e programmare, tutti hanno impegni e poco si consegue. A Gennaio – conclude – programmeremo un incontro aperto alla cittadinanza per parlare di un’iniziativa che faremo a Marzo».
Noi di Telejato continueremo ad occuparci di questa problematica, ascoltando anche altre testimonianze da diverse parti d’Italia.
Danilo Daquino
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Questa è la mappa dei parcheggiatori di napoli e provincia https://www.google.com/maps/d/edit?mid=z2Rj7utXiadM.kTI4K8M6Yuvo a napoli sono state avviate alcune azioni di contrasto al parcheggio abusivo tra cui ordinanze sindacali, istituzione di numeri e email per segnalare la loro presenza e chiedere l'intervento della polizia municipale, multe agli esercenti che favoriscono l'attività illecita, multe più salate e ganasce per i clienti che affidano loro le chiavi, distribuzione di grattini gratuiti a chi si rifiuta di pagarli nella zona ospedaliera. ci sono anche alcune associazioni che si stanno occupando del problema tra cui quelli di "iparcheggiatori" (che hanno creato anche un'app gratutia per segnalarli) e "addapassaanuttata". anche se molti di loro sono nullatenenti se il loro comportamento sfocia in minacce o violenze si può configurare l'estorsione. c'è giurisprudenza della cassazione recente che ha condannato gruppi di parcheggiatori per concorso in estorsione "ambientale". anche in sicilia però il gruppo posteggiamo i posteggiatori ha fornito un contributo importante in termini di consapevolezza del problema. il primo passo infatti è proprio la consapevolezza che si tratta di un fenomeno inaccettabile contiguo alla criminalità organizzata ed assimilabile al racket
ne ho mandati al diavolo più di uno, ultimamente....dovremmo farlo tutti!!
Odio profondo
concordo, male da estirpare.