Habemus papam. Eius nomen est Mattarellum. Così è finita, oggi 31 gennaio, una telenovela che dura da 15 giorni, cioè da quando Napolitano si è dimesso, mandando tutti a fare a quel paese, non senza avere già prefissato e disposto chi doveva succedergli. Infatti di Mattarella si è parlato subito, quando nessuno avrebbe pensato a lui, che appariva come un personaggio incolore, quasi sconosciuto, senza carisma e senza comunicatività. Insomma, la negazione del presidente sbruffone alla Renzi o alla Berlusconi che piace agli italiani. Poi il nome è scomparso dalla lista dei papabili, sono cominciati a spuntare nomi che sembravano ogni volta bersagli da impallinare e affondare, Amato, Casini, Bersani, Prodi, Veltroni, Finocchiaro, persino il fascista Littorio Feltri, ecc. Poi la trovata “strategica”, anche se era una strategia babba, di Renzi, di votare scheda bianca alle prime tre tornate, prima di votare per Mattarella. E perché?
Certamente per non farsi dire che non era capace di farcela a prima botta. E allora? Scheda bianca anche da parte dei berluscones, che non sapevano che pesci pigliare. Brunetta andava sbandierando che erano stati rotti i patti, che ormai non c’era più il Nazareno, che bisognava tornare alle urne. Uno dice: ma come, non avevate detto che il presidente della Repubblica non era stata concordato nel patto del Nazareno? E invece, a quanto pare, lo era. Anche Alfano, che sta con Renzi, in un primo momento decideva scheda bianca, perché l’uomo Mattarella andava bene, ma era sbagliato il metodo con cui Renzi l’aveva imposto, per poi “arrifardarisi”, cioè ripensarci e votare per Mattarella, fra l’altro è suo conterraneo e suo vecchio compagno democristiano, ma solo dopo che Renzi gli ha tirato le orecchie. Per non parlare dei seguaci di Grillo, che si sono fissati con il vecchio Imposimato, Impomatato, che è una brava e grande persona, ma che ha anche un’età abbastanza avanzata, diciamo che “un po’ stari aggritta”. Addirittura c’è stata una serie di discorsi inutili, le quirinarie prima non si fanno, poi si fanno, aspettiamo i nomi di Renzi ( e perché, non puoi proporli tu?), Prodi, che non andava bene, perché è quello dell’euro, poi andava bene, ma non andava votato e tutta una serie di altri passaggi nei quali c’è da perdere la testa, tenuto anche conto dei grillini dissidenti, che, rimasti fermi a due anni fa hanno votato ancora Rodotà , di quelli che hanno votato Castellina o Bonino, insomma, una scelta di nonni, rispetto a cui Obama, presidente degli Stati Uniti, sembra un nipotino, ma tenendo conto anche dei dissidenti del PD che alla fine hanno fatto un’alleanza con Vendola, ma alla fine hanno smesso di fare i dissidenti e hanno votato tutti per il Mattarello. E adesso il teatrino è finito.
Siamo contenti di avere un presidente siciliano, anzi, vicino di casa, di Castellammare del Golfo, di avere un fratello di una vittima di mafia Piersanti Mattarella, ucciso per la sua coraggiosa volontà di dare una svolta alla Regione Siciliana e alla Democrazia Cristiana dei ras e dei mafiosi che allora dominava in Sicilia. Siamo contenti che si tratti di un esperto di diritto parlamentare e di un ex componente della Cote Costituzionale, sperando che, in tempi come questi, in cui si vuole demolire la costituzione, possa almeno opporre qualche piccolo argine di difesa. Certo c’è anche un padre discusso, ingombrante, accusato da Danilo Dolci di essere stato colluso con i mafiosi, Dolci comunque venne condannato, accusato da Pisciotta di essere stato uno dei mandanti della Strage di Portella della Ginestra, accusato da Joe Bonanno di essere stato tra quelli che lo andarono a prendere all’aeroporto quando venne in Italia per partecipare al summit mafioso dell’Hotel delle Palme. E certo, erano paesani!!! Sposato con la sorella di Nino Buccellato, capomafia di Castellammare, sposato a sua volta con la sorella del mafioso alcamese Vincenzo Rimi. E fermiamoci qua, ma anche uno dei fondatori della Democrazia Cristiana, uno dei sostenitori dell’azione Cattolica, un pluriministro della prima Repubblica, che fece “impostare” alle ferrovie un sacco di compaesani. E Sergio? . Non si sa. Sembra che esserci e non esserci è per lui la stessa cosa. Abbiamo scoperto, perché lo avevamo scordato e nessuno ce l’aveva detto, che è stato quello che, da ministro, ha abolito la leva militare, e ti pare niente?, che è autore del “mattarellum”, ovvero la brutta legge elettorale che comunque, garantiva, attraverso la nomina di un quarto dei parlamentari con il sistema proporzionale, un minimo di democrazia, diversamente dalla riforma dell’Italicum che ci stanno buttando addosso.
Abbiamo anche ricordato che si è dimesso da ministro, con altri tre, quando si rifiutò di votare la Legge Mammì, fatta su misura per Berlusconi. E qua piglia punti !!!. C’è anche chi ha trovato che ha deposto in favore dell’on. Culicchia, ma vorremmo sapere cosa ha detto, un politico di Partanna accusato da Rita Atria di essere colluso con la mafia, chi ha parlato non so di quale intrigo con l’uranio impoverito nella ex Iugoslavia, chi dice che ama i gatti ecc. Insomma, la macchina del fango e quella dei fiori sono in piena azione. Mentre scriviamo sono le 13, e Mattarella ha raggiunto il quorum richiesto dei 505 voti. Finalmente Habemus papam.
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