L’Unesco ha istituito, nel 1993, la giornata mondiale della libertà di stampa.
Ed è per questo che, oggi, si celebra, con fierezza ed orgoglio, la giornata mondiale della libertà di stampa.
Siamo fermamente convinti che la forma più elevata della democrazia si esprima, in modo marcato ed eccelso, nella libertà di pensiero, che si esplicita, eminentemente, nella libertà di stampa.
Il corso della storia umana dimostra come tale libertà sia frutto di una conquista avvenuta, in modo sofferto e discontinuo, lungo il corso dei secoli.
La stampa, al suo nascere – come è ben noto – era al servizio esclusivo del potere politico, proprio in quanto diretta dall’intento di far conoscere fatti e circostanze varie all’opinione pubblica, che ponessero in luce, in modo precipuo, il buon operato di chi governava.
La storia del giornalismo ci pone spesso di fronte alla negazione della libertà di stampa, proprio in quanto il giornalismo ha attraversato epoche molto buie e violente, in cui venivano negati i diritti fondamentali della persona, non solo la sua libertà personale, ma anche e soprattutto la sua libertà di parola e, pertanto, di pensiero. Abbiamo potuto constatare che le guerre avevano una propria comunicazione, che doveva rispondere agli obiettivi che esse si prefiggevano e che, per tale motivo, si negava ogni altra forma di comunicazione, utilizzando la censura
La stampa libera, tuttavia, è sempre esistita e si è posta, coraggiosamente, in contrapposizione al potere che voleva tacitare la libertà di narrare i fatti nella loro realtà e verità profonda. I giornalisti che ne sono stati fautori possono essere considerati veri e propri eroi. Il loro sacrificio è certo che abbia posto le basi del giornalismo contemporaneo degli Stati democratici. La libertà di stampa, difatti, è tutelata giuridicamente dagli Stati democratici. In Italia, l’articolo 21 della Costituzione ratifica: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Ciò non significa, certamente, che esista il diritto di diffondere notizie false e diffamatorie.
È ben evidente che la libertà di stampa ci pone di fronte alla conquista più importante per ogni popolo, che è, indiscutibilmente, la democrazia.
La democrazia è un bene sacro, nato dalla sofferenza, dalla negazione della vita e della dignità umana di coloro che l’hanno voluta, che deve essere difeso, perché possa prosperare sempre più e condurre i popoli alle vette più alte della loro emancipazione. Assistiamo al fatto che la democrazia sia quotidianamente esposta alle sfide di coloro che vogliono l’affermazione dell’autoritarismo e della dittatura e al fatto che, a tali sfide, la risposta si concretizzi nella libertà fattuale, concreta, reale ed indiscutibile espressa dalla libertà di stampa.
Mai come oggi, se osserviamo lo scenario bellico di alcune nazioni, possiamo cogliere il significato di tale considerazione. Là dove non esiste libertà di stampa, là è certo che non esista libertà, ma schiavitù o meglio dittatura
In Italia, oggi, si festeggia non solo la libertà di stampa, ma anche la libertà, quella libertà di cui è artefice lo Stato democratico.
Gli Stati democratici, oggi, pertanto, festeggiando la libertà di stampa, festeggiano la loro democrazia e la loro amata libertà.
Libertà di stampa significa, perciò, innanzitutto democrazia, emancipazione sociale e civile, garanzia dei diritti umani e civili dei cittadini, emancipazione delle donne, libertà di pensiero e cultura umana, sviluppo della scienza, centralità della persona e della sua emancipazione individuale, culturale, sociale e politica.
Tuttavia è anche vero che, nei nostri Stati democratici, vi siano anche coloro che aspirano a reprimere tale libertà, che aspirano a ridurre gli spazi di espressione di coloro che narrano la vita umana senza negare la verità, anzi ponendosi al servizio della verità.
Essi appaiono come accecati da una visione distorta della realtà, sorretta dall’ignoranza, o meglio dall’analfabetismo dei valori di cui godono essi stessi, per il solo fatto che, impuniti, rinnegano il loro progresso e la loro libertà dalle catene che sono avvolti ai polsi di coloro che sono costretti a mentire, schiavi di dittatori, veicolando notizie non veritiere che attestano la morte della libertà di stampa.
Ed emerge subito che il valore fondamentale che sorregge la libertà di stampa non è punire il dissenso, ma, al contrario, osservarlo per comprenderne le ragioni e, nel comprenderle, dare risposte a tale dissenso: ciò consente non solo l’espressione di voci molteplici della realtà, ma il miglioramento della stessa democrazia, che si perfeziona anche ascoltando coloro che non applaudono, ma che sono critici e dissentono.
È tale aspetto il valore profondo della libertà di stampa, che può vivere solo dove vive la democrazia che ascolta le infinite voci della realtà senza reprimerle, anzi ponendole a confronto perché anch’esse accrescitive del valore della democrazia, la quale tutti accoglie in un progetto di vita che dilata gli spazi ad ogni essere umano, il quale è inesorabilmente un essere pensante e giudicante, a cui deve essere riconosciuta la libertà di esprimersi, se essa non danneggia i diritti altrui.
Non si tratta di retorica. No, assolutamente no!. È una verità profonda, inconfutabile, insita nel diritto, che vive negli Stati democratici, alla libertà di stampa.
Noi giornalisti che godiamo del diritto alla libertà di stampa, il cui lavoro è comunicare, siamo testimoni del benessere che la libertà di stampa diffonde, quotidianamente, nei territori in cui essa può vivere, dilatando gli spazi della democrazia in un processo senza sosta e, pertanto, sempre più migliorativo dell’esistente.
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