Giardinello, tre condanne per la morte di Giuseppe Rappa
La Corte D’Appello ha confermato le condanne già inflitte nel precedente procedimento giudiziario, prima della decisione della Cassazione di annullarle, nei confronti dei tre presunti responsabili della morte di Giuseppe Rappa, il bidello diversamente abile di Giardinello che finì in ospedale dopo una lite durante la festa patronale del 2008 e spirato dopo 45 giorni di coma in un nosocomio palermitano.
Carmelo Mario Donato, Federico La Puma e Simone Donato sono stati, quindi condannati nuovamente a 6 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale. Il 26 settembre del 2013, la Corte di Cassazione, per dei vizi di forma, impose, alla Corte d’Assise d’Appello di Palermo di rifare il processo.
La decisione scaturì da un ricorso presentato dalla Procura Generale che contestava il fatto che durante il processo d’appello non fossero stati riascoltati i teste che deposero durante il primo grado del dibattimento a carico degli stessi imputati. Rifatto il processo, è stata confermata la sentenza già emessa precedentemente.
Secondo la ricostruzione degli investigatori la lite che portò alla morte di Giuseppe Rappa, scoppiò durante una fiera di beneficenza organizzata nell’ambito della festa del paese il 22 agosto del 2008. Rappa sarebbe andato incontro alla morte per una lotteria a suo avviso truccata. Così espresse la sua opinione, che scatenò momenti di tensione.
Per l’accusa l’uomo sarebbe stato ferito a colpi di bottiglia, a calci e a pugni e a seguito dei traumi riportati, sarebbe morto 45 giorni dopo. I medici legali, in primo grado, affermarono che la vittima avrebbe subito un trauma cranico nella regione temporale destra dovuto all’impatto con il suolo, visto che l’anziano deambulava con l’aiuto delle stampelle, e gli stessi, non avrebbero escluso che Giuseppe Rappa possa avere avuto una crisi epilettica. Per gli imputati, che hanno sempre negato ogni addebito, la morte di Giuseppe Rappa è stata solo una disgrazia.