Estorsioni online a sfondo sessuale: i suggerimenti della Polizia Postale di Palermo
Il considerevole numero di denunce per casi di estorsioni on line, a sfondo sessuale, ha indotto la Polizia Postale e delle Comunicazioni di Palermo a fornire una breve descrizione del fenomeno ed alcuni utili suggerimenti nell’interesse degli utenti della rete.
Le vittime, di sesso maschile, vengono circuite secondo uno schema sempre identico:
- viene, innanzitutto, ricevuta una richiesta di “amicizia” sui social network proveniente da una ragazza giovane ed avvenente;
- se la vittima concede l’amicizia richiesta, la ragazza passa subito alla messaggistica istantanea e, scambiata qualche battuta e spesso anche qualche foto “senza veli”, la ragazza fornisce un nome utente di videochat, spesso Skype ed attende di essere contattata su quella piattaforma;
- se l’utente cede alla provocazione ed inizia a spogliarsi davanti alla webcam il gioco è fatto e la cosa, piuttosto che rimanere un “gioco”, diventa purtroppo molto seria;
- le immagini del malcapitato, nudo ed in atteggiamenti inequivocabili, sono state, infatti, registrate e la vittima, in tempi brevissimi, riceve una richiesta di denaro con la minaccia, in caso di mancato pagamento, di diffusione del video che è sempre ben mirata visto che dal momento in cui l’amicizia sul social network è stata concessa, il criminale ha salvato copia di tutti i contatti della vittima e conosce, pertanto, a chi inoltrare le immagini per costringere la vittima a pagare;
- per rendere la minaccia, dal punto di vista psicologico, ancor più pressante, il video viene di solito così intitolato: “Ecco il sig….mentre fa sesso on line con una minore”; il video viene, quindi, postato su Youtube in modalità “protetta”, cioè non pubblica ed alla vittima viene fornita una password di accesso affinché possa verificare che il video esiste ed è pronto per la pubblicazione e che, di conseguenza, la minaccia è concreta.
Ecco, secondo la Polizia di Stato, cosa deve fare, nell’immediatezza, la vittima:
- mai pagare la somma richiesta. Dopo il primo pagamento, infatti, seguono richieste, via via, più esose.
- Bloccare, subito, il contatto criminale, sia sulla piattaforma social che sulla videochat
- Inoltrare, subito, richiesta di rimozione del video ai gestori della piattaforma sulla quale il video stesso è stato postato.
- Sporgere denuncia presso la Polizia Postale o il più vicino ufficio di polizia.
Cosa fare per prevenire questo odiosissimo e gravissimo fenomeno criminale:
- Mai concedere “amicizia” sui social network a persone che non sono conosciute anche nella vita reale. Concedere la propria amicizia sulla piattaforma significa, infatti, ammettere una persona estranea in uno spazio “riservato” e “privilegiato”, che è la nostra pagina personale, concedendole un enorme ed immotivato vantaggio qualora si tratti di un malintenzionato.
- A maggior ragione mai scambiare messaggi privati con utenti appena conosciuti e, men che meno, mai concedere di entrare, attraverso la webcam, nella nostra casa e nella nostra privacy.
- Configurare le nostre pagine social in modo tale da renderle “invisibili” agli sconosciuti.
Prevenire è importante, innanzitutto perché il reato è molto grave, infatti nel linguaggio corrente lo si indica come “ricatto” che giuridicamente è una vera e propria estorsione.
In secondo luogo, perché si colpisce una sfera personalissima e, qualora la minaccia si concretizzi, rischia di offendere, in modo serio e grave, la reputazione della vittima. Da ultimo, perché i criminali operano esclusivamente da paesi esteri che non offrono collaborazione alle indagini ed adottano tutte le cautele possibili per oscurare le loro connessioni, rendendo molto difficile la loro individuazione.