Si tratta del famigerato “quizzone”, che una volta era considerato una sorta di canale privilegiato per migliorare il punteggio dei candidati e che invece è diventato l’incubo degli stessi, dal momento che i risultati e il voto spesso non raggiungono neanche la quotazione minima di 10, equivalente al sei. I punti da assegnare a chi risolve tutte le domande sono 15. La prova non è fatta su indicazioni ministeriali, ma viene concordata dai membri di ogni commissione, sulla base delle materie rappresentate dai vari commissari. Se ne scelgono quattro e su di esse possono essere proposti quiz a risposta multipla o a risposta libera, con un numero di righe prestabilito. In genere si esclude la prova di Italiano e quella della seconda prova scritta e si punta su due materie preparate dai membri interni e due dagli esterni. I quesiti devono essere presentati dai commissari in un certo numero di cui alcuni vengono scelti tra di questi all’ultimo minuto, quindi non è facile per i candidati essere informati su quello che verrà loro presentato. Le imprecisioni e gli errori nascono dal fatto che non sempre quello che è scritto nel programma e quello che è stato realmente studiato coincide. Per cui capita che un commissario può proporre un argomento indicato come fatto, ma in realtà solo sfiorato o addirittura non affrontato. Si aggiunga che, anche tra i quiz presentati dai membri interni, che gli studenti dovrebbero conoscere, almeno per sommi capi, non sempre è possibile dare risposte complete e corrette in un breve arco di tempo. Non si può non sottrarsi al sospetto che, nelle scuole private, e talora anche in quelle pubbliche, i maturandi sappiano già una parte delle risposte, essendo stati preparati a risolverle durante le varie “simulate” nel corso dell’anno. Pertanto la correzione dei quiz della terza prova finisce con l’essere una sorta di momento della verità, nel quale si dovrebbe mostrare la conoscenza, non delle singole materie oggetto d’esame, ma di altre che sono state studiate, onde dare un’idea di conoscenze acquisite tali da poter consentire una serena valutazione finale.
Per il conseguimento di un punteggio ottimale, cioè 100, ci si basa sul massimo di 25 punti di presentazione della scuola, sui 15 punti riportati in ognuna delle tre prove scritte, per un totale di 45 e sui 35 punti conquistati nel colloquio finale. È consentito alle commissioni attribuire un bonus sino a 5 punti ai candidati che si sono avvicinati al massimo del punteggio, dietro criteri prefissati, e la “menzione” a quei candidati che nel corso del triennio abbiano almeno conseguito la media dell’8 in tutte le materie. Teoricamente chi consegue il 100 dovrebbe essere una sorta di piccolo genio, ma dato il buonismo e la manica larga che caratterizza buona parte dei componenti delle commissioni e considerata la possibilità di spintarelle collaterali estranee al contesto scolastico, sono diversi i candidati che raggiungono il massimo, mentre chi non ci arriva finisce con l’inveire contro la commissione che non ha capito il valore di chi è stato esaminato.
Da domani iniziano le correzioni, che andranno avanti per un paio di giorni e dopo si darà il via ai colloqui. In gamba ragazzi e buona fortuna. Auguri anche alle commissioni, che dovranno compilare tabelle e tabelline per accertare competenze, conoscenze e abilità, lavorando anche nei pomeriggi per essere pronti ai lavori finali.
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