Da più di un anno l’editore Ottavio Navarra aveva iniziato un percorso, partito proprio da Partinico, nel bene confiscato alla mafia e gestito dalla cooperativa Noe, con l’intenzione di creare un polo di riferimento verso tutti quelli che, stanchi della vecchia politica del PD e dei suoi alleati, volessero creare un’ipotesi alternativa che facesse riferimento ai valori della sinistra, in gran parte dimenticati. Dopo che aveva annunciato la sua candidatura, nata da un incontro tra varie forze politiche e associazioni che lo sostenevano, a sorpresa il gruppo di Articolo Uno MDP, composto da coloro che sono usciti dal PD di Renzi, non condividendo la sterzata a destra del segretario del partito, ha lanciato la candidatura di Claudio Fava, creando forti perplessità e malumore in quella parte della sinistra che si era schierata con Navarra. Alla fine Navarra, dopo un colloquio con Fava ha deciso di ritirare la sua candidatura e di sponsorizzare quella di Fava.
L’incontro, cominciato con quasi un’ora di ritardo, è stato aperto da una relazione introduttiva dello stresso Navarra, il quale ha illustrato le ragioni del suo percorso, del suo ritiro e la necessità di creare un polo di riferimento per tutti coloro che non condividevano e non condividono l’azione del PD né in campo nazionale né in quello regionale. Navarra ha espresso la sua intenzione di creare un quareto polo politico, dopo quello di destra, rappresentato da Musumeci, dei pentastellini di Cancellieri e di centro con Micari, con il progetto di costruire una Sicilia nuova e diversa, libera dai suoi consueti mali, dalla mafia, al lavoro nero, al degrado ambientale, alla disoccupazione, al clientelismo, allo spreco delle risorse, alla poca attenzione ai beni comuni. Sulla stessa linea si sono schierati gli altri interventi, compreso quello di Fava, il quale ha affermato di essersi candidato per vincere, per lottare contro la situazione di degrado in cui la Sicilia è stata lasciata dai governi precedenti e per affrontare con fermezza il problema dell’emigrazione dei ragazzi siciliani alla ricerca di lavoro o di studio, quello dell’immigrazione, diventata ormai un parcheggio infinito per chi fugge dalle proprie terre, quello della valorizzazione dei beni culturali, quello del lavoro nero, quello dell’abusivismo, quello della iniqua distribuzione del reddito e della povertà e molte altre cose che saranno meglio illustrate in un programma da stilare al più presto.
L’incontro è stato aperto dalla trasmissione di un video di Fina Fontana, madre di Emiliano Puleo, ancora carcerato in Germania a seguito della manifestazione contro i G20 di Amburgo. Non sono mancati malumori e un sotterraneo malessere per le modalità con cui si è arrivati alla candidatura di Fava, secondo la tendenza tipica dei militanti dell’arcipelago di formazioni dell’estrema sinistra, di criticarsi e accusarsi reciprocamente di errori, deviazioni, scissioni, manchevolezze e altro. Alla fine è stato letto e approvato a maggioranza un documento che ha ratificato la nomina di Fava al governo della Sicilia, col proposito di ricreare le condizioni che restituiscano all’isola il ruolo di centro del Mediterraneo, non solo geografico, attraverso l’incontro con le culture e le economie dei tre continenti bagnati da questo mare.
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