Elezioni regionali: è partito il carrozzone

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È cominciato già da qualche mese il balletto, in gran parte sotterraneo “aumaaumma”, in vista delle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Regionale.

Per chi lo avesse scordato, si tratta del parlamento più vecchio del mondo, del primo parlamento della storia, che i Savoia avevano cancellato e che è risorto con la nuova Repubblica. I suoi componenti si fregiano del titolo di onorevoli. Dovrebbe essere il centro di una storia gloriosa, ma da tempo è ormai ridotto a uno squallido teatrino dove galleggiano “ascari”, cioè personaggi supini alle volontà imposte da Roma, alla faccia dell’autonomia regionale e dell’identità siciliana. E, sia chiaro, a Roma della Sicilia importa ben poco, ma la politica siciliana è stata fatta da leccaculo professionisti pronti a calare la testa pur di non perdere la propria posizione. Il centro destra, nella sua espressione neofascista di La Russa e Salvini, per non farsi fregare, ha imposto subito il suo candidato, Musumeci, e dopo una serie di mal di pancia Miccichè, che nelle scorse elezioni aveva rotto il fronte, regalando la presidenza a Crocetta, questa volta ha abbassato le corna e ha accettato il camerata, con la speranza di non perdere di nuovo. Quindi il centro destra va avanti compatto, e così pure i grillini, grandi favoriti, con Cancelleri: a proposito, il professore Salvo Vitale, per essersi permesso di scrivere su Facebook “il geometra Cancelleri” è successo il finimondo, tutti i grillini sono insorti quasi si trattasse di un’offesa e scrivendo: “perché uno che è geometra non può essere un  ottimo politico?” La risposta è sì, ma se è geometra, geometra è, geometra resta, non può essere ingegnere.

Intanto a sinistra succedono cose dell’altro mondo: Ottavio Navarra, dopo avere lavorato per un anno alla formazione di un’ipotesi politica che raccogliesse tutti coloro che, essendo di sinistra, profughi, delusi, compagni zoccolo duro, giovani di belle idee e grandi speranze che non si riconoscono più nella politica di destra del PD, si è visto imporre dall’alto, dai profughi del PD, oggi MDP, in sua alternativa, il nome di Claudio Fava che, l’altra volta non si è potuto candidare perché aveva scordato di trasferire la sua residenza in Sicilia: chi l’ha deciso non si sa, ma così è stato deciso colà dove si puote e più non dimandare. Ottavio Navarra, per evitare scissioni e teatrini, si è ritirato in buon ordine. Anche qua altri mugugni da parte di tutti coloro che avevano sperato in un’ipotesi politica nuova nata dalla base e si ritrovano a continuare la storia di sempre, cioè a sperare di conseguire il minimo per entrare alla Regione, lasciando tutto come prima.

21272443_1833601286673614_7254255059257718520_nRitirato anche Crocetta, al quale hanno promesso un posto in parlamento: lui preferirebbe essere deputato e non senatore. Molti altri preferirebbero che egli tornasse a fare il bagno col suo compagno a Marina di Tusa. Il PD intanto non si smentisce: non avendo niente da proporre, si è accodato alla proposta avanzata da Leoluca Orlando del rettore dell’università Ma cari, che con la sinistra non ha mai avuto nulla da spartire e che è un buon candidato, ma cari, cade, non ha dove andare. Novità invece nella formazione delle liste PD. Ricordate bene che un paio di mesi fa il sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo (in foto) si era dimesso, avendo ricevuto da Cracolici, assessore di Crocetta, la promessa di essere candidato in una di quelle combinazioni elettorali che avrebbero garantito una quasi certa elezione. Oggi spunta la novità che Cracolici non ha più voglia di lasciare il suo posto a Lo Biundo, che si candiderà lui, perché, dopo tanti anni di presenza alla Regione non si è ancora stancato e che quindi per Lo Biundo non c’è più spazio. Diciamo pure che Cracolici lo ha silurato, ma senza dire dov’è finito il siluro. Secondo voci di corridoio Lo Biundo, con la spregiudicatezza con cui è già passato dall’UDC al Pd, adesso ha deciso di riesaminare la sua posizione politica e preso da un improvviso ritorno di fiamma pare che voglia tornare a casa, cioè nell’UDC che fu il partito di Cuffaro e che, nelle ultime elezioni è stato determinante per tenere a galla non La Galla, che si è spostato anche lui nel centrodestra, ma Crocetta.

Diciamo che l’ex sindaco di Partinico è tra quei personaggi pirandelliani in cerca d’autore. Alla lista Cantiere popolare  di Saverio Romano  non può andare, anche perché il suo compare Antinoro c’è rimasto male da quando è stato posato, da Alfano niente da fare, perché si è schierato col centrosinistra, all’UDC forse c’è qualche speranza, non possono garantirgli molto: la concorrenza dei penta stellati ha ridotto i posti e bisogna salvaguardare i vecchi volponi. Vi aggiorneremo sul viaggio in alto mare di Lo Biundo, che si sentiva già deputato, al punto che ha abbandonato il ruolo di sindaco lasciando il paese all’abbandono.

Ferrandelli, dopo la sua escursione nel centrodestra come sindaco di Palermo, ha detto che non vuole stare con i fascisti e sta meditando anche lui di tornare da dove è partito, ammesso che lo vogliano riprendere. Degli altri per ora non sappiamo dirvi altro, ma è sicuro che, con la ridisegnazione dei collegi elettorali. Non essendoci più il Partinico-Monreale, perché sostituito da Partinico Alcamo, difficilmente spunterà un deputato partinicese, ma al solito ce ne sarà qualcuno di Alcamo. Ai lobiundiani non rimarrà altro che aspirare alla poltrona di sindaco di Partinico ma sicuramente senza il simbolo del PD traditore.

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