Chi scrive si lamenta del fatto che il proprio figlio, come tanti altri della sua età, spende da 20 a 30 euro al giorno per l’acquisto di droga, della quale non riesce più a fare a meno. La lettera espone poi una serie di altri problemi relativi alla gestione della scuola, soprattutto da parte dei collaboratori, ma non ci addentreremo in questo tema, bensì sullo spinoso argomento della circolazione delle droghe, rispetto alle quali le scuole sembrano essere uno dei principali canali di diffusione e consumo.
Ormai è accertato che ci si comincia da piccoli, da molto piccoli. Non abbiamo notizie certe per supporre che il fenomeno sia arrivato alle scuole medie, ma la cosa non creerebbe alcuno stupore, considerato che ormai in tutte le grandi città i ragazzi cominciano il loro approccio con “la canna” dai dieci anni in poi. La sorveglianza delle scuole e dei loro paraggi, specie nelle ore d’ingresso, di ricreazione e d’uscita, non tanto per beccare il ragazzino con il suo grammo d’erba, bensì per individuare e arrestare lo spacciatore, è una di quelle cose che dovrebbero essere portate avanti da chi di dovere, specialmente quando, com’è scritto nella lettera, si fanno indicazioni dettagliate sui luoghi in cui si spaccia.
Il problema non riguarda solo le forze dell’ordine, ma i docenti che spesso ignorano o fingono di ignorare il fenomeno, e le famiglie che lasciano i figli abbandonati a se stessi e non ne seguono le frequenze, le amicizie, i punti di ritrovo. Specialmente nelle serate di sabato alcuni “pub” , per non parlare delle discoteche, sono posti affollati da ragazzine truccatissime, con i tacchi a spillo e con vertiginosi abbigliamenti, accanto a ragazzotti arrapati, capelli a coda di cavallo o a cresta di gallo, con la macchinona di papà e la pastiglia di MDMA (emmediemmea), magari sciolta nella bibita, cui poi associare erba, haschisc, altre nuove sostanze sintetiche, cocaina quando si trova, e alcool per arrivare al massimo dello sballo, magari assumendo, nelle mattinate, un pò di chetamina, che serve a ridimensionare lo sballo e a metterti in condizione di ritornare a casa. Dietro tutto questo c’è un giro molto vasto di gente che si preoccupa di gestire il mercato di queste sostanze, di deciderne i prezzi e di approvvigionarsi presso altri spacciatori più grandi che dominano i mercati. E c’è un considerazione inquietante sulla valutazione dei giovani d’oggi che non riescono ad essere se stessi, a scoprire dentro di sè il proprio essere,la propria identità, che non accettano di essere come sono e che cercano dimensioni diverse in cui poter trovare o compensare quello che credono di non avere.
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