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Dopo tre anni il capitano De Chirico e il tenente Alimonda lasciano Partinico.

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De Chirico andrà a Roma, promosso comandante della compagnia dei carabinieri di Roma Eur, mentre Alimonda andrà a Palermo: il triennio partinicese è servito a De Chirico per ottenere la nomina a maggiore, mentre al tenente Alimonda per essere promosso capitano.

Non è facile fare il bilancio di questi tre anni di presenza in un territorio difficile come quello di Partinico, a parte le denunce per le irregolarità di alcuni malcapitati sorpresi alla guida chi senza patente, chi con l’assicurazione scaduta, chi senza revisione, chi con una lampadina fulminata, chi per la presenza di tracce di alcool nel palloncino, chi per qualche “canna” in più, ovvero per detenzione a cui, molto spesso si associa l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti, specie se il malcapitato ha 20 euro in tasca, ritenuti come proventi dello spaccio: il tutto nell’ambito del controllo del territorio a trecentosessantagradi.

Anche se non più come negli anni passati, ci sono stati vari incendi di macchine, piccoli furti, risse tra extracomunitari,  Non ci sono state operazioni di particolare interesse né indagini sui molteplici aspetti dell’illegalità, molto diffusa a Partinico. I due casi che hanno avuto un certo risalto sono l’operazione Grande Mandamento, che ha condotto in carcere alcuni componenti della mafia monteleprina, e che ha visto implicati due sindaci, quello di Giardinello, Geloso e quello di Montelepre, Tinervia che, alla tirata delle somme non c’entravano niente, ma che hanno vista danneggiata la loro immagine: l’altra operazione, diffusa in tutta Italia, è stata la Kelevra, che ha condotto in carcere nove mafiosi borgettani, già da tempo schedati, e nella quale è stato messo dentro Pino Maniaci con accuse apparentemente risibili, ma su cui toccherà pronunciarsi al magistrato. Probabilmente ai due “investigatori” rimarrà appesa al petto questa grossa medaglia, quella di avere preparato il piatto con tutta la pietanza per incastrare Maniaci e per fare chiudere un’emittente che crea disturbo alla quiete pubblica e alla pace sociale. Il video preparato in caserma è stato un capolavoro di utilizzazione degli strumenti d’intercettazione per additare una persona al pubblico ludibrio. Per il resto ogni cosa è rimasta al suo posto, compresa la distilleria Bertolino, alla quale solo il rimpianto capitano Cucchini è riuscito, anche con il supporto di Telejato, molti anni fa – sembra un secolo – a mettere il sale sulla coda.

Ai due militari l’augurio di tutta la redazione per una folgorante carriera e il ringraziamento per quanto hanno fatto e non fatto, per rendere questo territorio più abitabile e più sicuro.

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Redazione

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