Domani la Cassazione decide su una nuova proposta di confino per Maniaci
Si apre domani un’altra pagina della via crucis giudiziaria cui è stato sottoposto Pino Maniaci.
La Corte di Cassazione dovrà pronunciarsi se accogliere il ricorso del PM approvato dal tribunale del riesame, contro l’annullamento della sentenza che prevedeva il divieto di dimora in provincia di Palermo e di Trapani, a causa di una presunta pericolosità del soggetto, che avrebbe potuto continuare a reiterare i suoi delitti usando lo strumento televisivo a sua disposizione. L’allontanamento è essere una misura cautelativa nelle facoltà del giudice, indipendentemente dal procedimento giudiziario e da i suoi esiti. In pratica una riedizione di quello che una volta si chiamava “confinio” e che veniva applicato nei confronti dei dissidenti politici o dei mafiosi.
La misura originaria è stata annullata, adducendo un presunto errore burocratico: di fatto era stata decisa a seguito delle due denunce per estorsione contestate a Maniaci e da lui perpetrate nei confronti dei sindaci di Borgetto e di Partinico. Maniaci ha avuto motivo di giustificare i due passaggi, che non avrebbero le caratteristiche dell’estorsione. A suo tempo non era stata ritenuta utile l’accusa rilevata da una intercettazione di un commerciante di Borgetto, Polizzi, relativa a una commissione di magliette mai eseguita e non confermata, in sede di interrogatorio, dallo stesso, ma proprio questa terza accusa, prima non considerata, è stata “ripescata” dal PM come elemento per giustificare una nuova richiesta di allontanamento. Polizzi non è stato ritenuto attendibile, anzi giudicato reticente, il tribunale della libertà ha accettato il ricorso e i legali di Maniaci hanno deciso di ricorrere in Cassazione. L’obiettivo sembra chiaro sin dall’inizio di tutta questa vicenda: togliere a Telejato la persona che lo rappresenta e la tiene in vita per causarne la chiusura. La sentenza ci dirà se questa nostra chiave di letttura sia quella giusta o se si tratta solo di supposizioni infondate.