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Disposto il sequestro dell’ex Moi occupato dai migranti

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Proteste, manifestazioni, appelli all’umanità: è stato tutto inutile. Ieri il tribunale di Torino ha disposto il sequestro preventivo delle palazzine dell’ex Moi, le palazzine occupate da oltre 500 migranti provenienti dall’emergenza Nord Africa.

Nel 2013 i soldi stanziati per l’emergenza migranti erano finiti: l’offerta politica di 500 euro a ciascun migrante per lasciare il paese non piacque ai più che scappavano da guerre e povertà. Lasciati sulla strada dopo due anni di assistenzialismo improduttivo, l’occupazione abusiva sembrava l’unica strada possibile; è così che oltre duecento profughi sono entrati nelle ex palazzine del villaggio olimpico, costruite per ospitare le delegazioni straniere durante le olimpiadi invernali del 2006 e poi totalmente abbandonate a loro stesse, ulteriore prova del solito spreco di denaro pubblico. Col tempo altre famiglie e altri profughi in cerca di un tetto si sono aggiunte, e ora sono più di 500 le persone a vivere in quelle quattro palazzine. A novembre c’erano state tensioni tra manifestanti, profughi e consiglieri comunali: Fratelli d’Italia e Lega Nord avevano fortemente voluto la visita a sorpresa per controllare e valutare il degrado dell’ex villaggio olimpico, ma sono stati respinti dagli occupanti che indignati denunciavano una strumentalizzazione della situazione e la ricerca di uno scontro provocato come scusa per sgomberare. Il 20 dicembre anche Matteo Salvini aveva tenuto un comizio a poche centinaia di metri dall’occupazione; contro il degrado delle zone periferiche della città, chiedeva direttamente come Cota lo sgombero. Senza pensare forse alle conseguenze. Oltre la mancanza di umanità che butterebbe sulla strada centinaia di persone, tra cui famiglie con bambini, la situazione in città non potrebbe che peggiorare: dove finirebbero i profughi infatti non è chiaro.

Ieri hanno vinto: il gip di Torino Luisa Ferracane ha emesso il provvedimento di sequestro preventivo su richiesta della procura, da parte del pm Paolo Borgna. Alla Questura torinese è già stato chiesto di predisporre un piano per lo sgombero, compito che spetterà alla Digos “con i tempi e le modalità più opportune in base alle esigenze di ordine pubblico e sociali del caso. Si temono infatti tensioni e proteste da parte degli occupanti. Non si sa che fine faranno i migranti. Non si capisce se il Comune sta predisponendo un’alternativa abitativa ai profughi o se ne sta semplicemente lavando le mani.

“Il buonismo del Pd – dice il capogruppo di Fratelli d’Italia, Maurizio Marrone- è sconfitto. hanno vinto, invece, le nostre manifestazioni anti-degrado che hanno dato voce all’indignazione dei cittadini di Lingotto nonostante le intimidazioni degli squatter e la militarizzazione del quartiere da parte delle forze dell’ordine” . Eppure alle manifestazioni anti-degrado non c’erano mai più di cinquanta persone, e sempre contestate da sostenitori dell’Ex-Moi occupato. E stiamo parlando di esseri umani, di famiglie, di profughi scappati dalla violenza della guerra. Non di criminali. Se quelle persone finiranno per strada è ovvio che la situazione precipiterà: senza nemmeno una casa, un lavoro, molti saranno facile preda della criminalità che vive nutrendosi del degrado dei più disagiati.

Aboubakar Soumahoro, dell’esecutivo nazionale dell’Unione sindacati di base Usb risponde così alla sentenza del tribunale: “Non stiamo parlando di turisti ma di esseri umani fuggiti da una guerra. Non è una questione di ordine pubblico: i rifugiati, sono il risultato delle scelte fallimentari del Piano emergenza Nord-Africa costato un miliardo e mezzo di euro. L’unica soluzione è rimanere nelle case dell’ex Moi e non accettare lo sgombero. Cosi non risponderemo alle provocazioni di chi cerca e vuole strumentalizzare la nostra condizione”.

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