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Decisione definitiva del Consiglio d’Istituto: il Liceo di Partinico sarà intestato a Felicia e a Peppino Impastato

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È ufficiale: era l’ultimo atto che mancava, ovvero una nuova delibera, chiesta dalla Prefettura al Consiglio d’Istituto, per l’intitolazione del Liceo Scientifico di Partinico, che si chiamerà Istituto di cultura superiore Felicia e Peppino Impastato. Anche la via dove ha sede il Liceo è intestata a Peppino Impastato.

Com’è noto l’iter è stato abbastanza travagliato, a causa dell’ostilità al cambio di nome, da parte del Sindaco e della sua giunta. La delibera  con il parere favorevole delle tre Commissarie che amministravano il Comune , sciolto per infiltrazioni mafiose, è rimasta sei mesi nei cassetti del Comune stesso,  poi è rimasta, per qualche tempo bloccata presso l’Ufficio Scolastico Regionale, che ha,  chiesto  una nuova votazione alla Giunta e al Consiglio d’Istituto. La giunta ha deliberato di lasciare il nome di Santi Savarino, mentre il Consiglio d’Istituto ha dato il suo consenso, nella seduta del 7/3/2024, con un voto non unanime e con alcune astensioni: si sono espressi contro quattro  rappresentanti dei ragazzi.  Con la votazione di oggi si chiude una vicenda durata quasi due anni, ovvero da quando alcuni ragazzi hanno proposto il cambio di nome, in considerazione che quello precedente, del giornalista Santi Savarino era poco opportuno, trattandosi di persona che aveva sottoscritto  il Manifesto “in difesa della razza” e aveva avuto una corrispondenza amichevole con  Frank Coppola, partinicese  anche lui ed esponente, tra i principali, del traffico di eroina nel mondo.

Alla fine, dopo una lunga discussione il Consiglio ha scelto il cambio di nome, in considerazione del fatto che Peppino Impastato aveva frequentato questa scuola,  dove aveva appreso i primi elementi della sua formazione culturale e aveva avuto come punto di riferimento Danilo Dolci, in quegli anni molto attivo nel sostenere il riscatto di questo territorio  dal malgoverno e dalla violenza dilagante. In tal senso sono state ritenute degne da affidare alle future generazioni   ed educative le scelte di una madre che ha voluto ostinatamente la verità per l’omicidio del figlio, affidando questa decisione alla giustizia al rispetto delle leggi della nostra repubblica, e quelle di un figlio che ha sacrificato la sua vita nella  lotta contro la mafia, usando come strumento , con la sua radio, la comunicazione, la satira e la denuncia dei traffici illegali nella zona.

Non è il caso di ricorrere a inutili trionfalismi, ovvero parlare di vittoria dell’antimafia rispetto alla mafia, rispetto a un personaggio politico colluso con un importante mafioso locale, oppure parlare di scelta di civiltà rispetto al razzismo fascista che mandò a morire in Germania migliaia di Italiani di origine ebraica. Di fatto quello di Savarino era un nome pesante che gli studenti vedevano con perplessità, rispetto alle strategie educative promosse da una scuola da sempre punto di riferimento culturale per un migliaio di giovani della provincia di Palermo.

Non ne esce bene da questa storia il Sindaco e la sua giunta, ostinatamente schierati in difesa di Savarino, con alcuni politici  in primo piano  a sostenere di lasciare le cose come stavano.

Anche il voto contrario di quattro  rappresentanti degli studenti lascia qualche  domanda su quanto abbia potuto influire su di loro la pressione familiare e il circuito delle parentele, molto attivo nei paesi: per fortuna i docenti si sono responsabilmente resi conto dell’importanza della posta in gioco  e hanno confermato le scelte già fatte dai loro colleghi nel passato Consiglio d’Istituto.

Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ha dichiarato: “È una scelta responsabile di chi ha coscienza di quello che vuol dire “educare alla legalità” e lottare contro il dominio mafioso, da sempre presente  in quest’area della provincia di Palermo. La decisione del Consiglio d’Istituto  è anche un momento di riscatto dell’intero paese, dopo le polemiche degli anni scorsi, anche per coloro che si sono schierati contro o che hanno tentato di strumentalizzare politicamente la vicenda.”

Nella “Giornata della donna” questa decisione è un grande omaggio a una grande donna, Felicia Impastato

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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