Con il favore delle tenebre, all’inizio dell’anno, tra il 4 e il 5 gennaio è stata pubblicata la mappa delle aree che potranno ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani, la cosiddetta «Cnapi», Carta delle aree potenzialmente idonee. Ci siamo svegliati nel preludio di un incubo come se già la pandemia non fosse abbastanza.
Sono 67 siti individuati in Italia e tra questi 5 in Sicilia. Più nel dettaglio nei comuni di Calatafimi-Segesta, Trapani, Castellana, Petralia, Butera. Una follia ambientale in una terra martoriata che dovrebbe vivere di turismo e non di rifiuti nucleari.
Cosa succederà adesso?
Entro i primi giorni di Marzo del 2021, le Regioni, gli enti locali, le associazioni, i comitati ed i soggetti interessati potranno formulare le loro osservazioni alla Sogin. È indispensabile quindi raccogliere il consenso delle comunità interessate e delle istituzioni locali.
Quando arriveranno i rifiuti nucleari?
La consultazione pubblica durerà in tutto quattro mesi, compreso anche il «seminario nazionale» che Sogin dovrà organizzare, e una successiva rielaborazione di tre mesi che darà luogo alla «Carta nazionale delle aree idonee». Poi si passerà alla fase delle «manifestazioni di interesse» dei territori. Una volta individuato il sito serviranno quattro anni per la costruzione.
Dalla parte giusta
Con questa petizione, non vogliamo sostituirci alle altre presenti, ma vogliamo rafforzare il NO deciso da subito e fermare questo disegno folle. Vogliamo schierare dalla parte giusta tutte le forze sociali, le associazioni, i singoli cittadini, le imprese turistiche e le associazioni di categoria in un unico grande blocco sociale.
Da Segesta no al nucleare
I territori di Segesta, culla della civiltà potrebbero trasformarsi nel cassonetto nucleare dell’Italia. Solo pensare questo farebbe rabbrividire chiunque. Zone sismiche, pericolosità conseguente dell’impianto e le infiltrazioni mafiose potrebbero creare una nuova terra dei fuochi nucleare.
Primo firmatario
Il primo sostenitore è l’ex pm antimafia Antonio Ingroia, già collaboratore di Paolo Borsellino e cittadino onorario di Calatafimi-Segesta. “Diversi anni fa – dice Ingroia – mi è stata conferita la cittadinanza onoraria di Calatafimi-Segesta. A nome di tutti i cittadini del comune e del comprensorio quindi mi faccio interprete di questa esigenza urgente e sottoscrivo questa petizione. La mia famiglia è originaria di Calatafimi-Segesta e trascorro qui buona parte dell’anno in questa splendida terra che oggi però rischia di essere deturpata”.
Per questo vogliamo invitarvi a firmare e condividere il più possibile la petizione con i seguenti hashtag:
#dasegestanoalnucleare #dallapartegiusta
Clicca QUI per firmare la petizione.
Fonte: change.org
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