Corrispondente di Telejato da un territorio difficile come quello corlenese in anni in cui è stato veramente difficile raccontare la cronaca. E lo ha fatto con umiltà insieme a noi di Telejato Notizie, con la gentilezza, la professionalità e la voglia di condividere il lavoro che anche lui, come noi, faceva per strada: giornalismo d’attacco, senza indugi e soprattutto senza compromessi.
Una passione, quella del giornalismo, che Cosmo viveva in modo pieno e autentico. Non si vantava mai di titoli o di riconoscimenti per il suo prezioso lavoro. Lo faceva con entusiasmo e umiltà. Un’umiltà che, è triste dover ammettere, appartiene ormai a un’altra generazione.
Sì, perché l’entusiasmo di Cosmo passava anche per quelle brevi che arricchiscono le cronache di un giornale e che molto spesso, da altri colleghi, vengono snobbate. Nelle brevi non c’è la firma per esteso dell’autore ma una semplice sigla amministrativa. Per Cosmo il giornalismo era servizio: informare. Niente protagonismi o narcisismi vari. Anche per quelle brevi c’era, quindi, la massima attenzione. Usava un linguaggio molto diretto, semplice e universale. Tutti potevano comprendere quella determinata notizia.
Per le sue cronache dal paese di Totò Riina e Bernardo Provenzano, tredici anni fa in piena notte avevano appiccato il fuoco alla sua casa mentre dormiva con la sua famiglia, in un momento in cui anche la nostra emittente era stata presa di mira diverse volte da quasi ignoti malaffaristi e dai loro scagnozzi. In quell’occasione, Cosmo, ricevette la solidarietà anche di personaggi del calibro di Claudio Fava, parlamentare europeo della Quercia e della Camera del lavoro di Palermo. “Non so – aveva commentato a l’Unità – perché volevano colpirmi. Sono un cronista normale che cerca di raccontare ciò che accade. Ma forse, è proprio questa quotidiana normalità a disturbare. Il clima che si respira è ormai incandescente. La politica – disse allora – deve dare al più presto risposte certe e chiare. Io continuerò a fare il mio lavoro di sempre anche se sarà un po’ più difficile perché quando mi volto, ora, scorgo gli occhi di mia moglie velati di lacrime”.
In tutti i giornalisti che hanno avuto modo di lavorare con lui lascia un bel ricordo di un uomo corretto, che conosceva bene il suo territorio e sapeva raccontarlo.
Ciao Cosimo, siamo sicuri che anche da lassù ci guiderai per le strade del giornalismo da strada , quello che anche tu facevi. Senza pause.
Alla tua famiglia le condoglianze della nostra redazione.
Franco Buzzotta
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