Corleone, le ceneri di Binnu Provenzano al cimitero

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Anche da morto Bernardo Provenzano è sotto tutela di polizia, carabinieri e guardia di finanza.

L’urna con le ceneri del boss, che i figli Angelo e Francesco Paolo hanno portato sabato da Milano, viene scortata di buon mattino fino al cimitero di Corleone. Con i due giovani e la madre, Saveria Benedetta Palazzolo, c’è un gruppo di parenti, una trentina di persone. Ma non è permesso alcun corteo, è stato vietato dal questore Guido Longo.

Alle 7.30 i Provenzano si ritrovano davanti alla chiesetta del cimitero, l’urna con le ceneri viene sistemata davanti all’altare, inizia il rito funebre, officiato da uno dei frati minori che vivono sulla rocca che sovrasta Corleone. Padre Francesco Pio legge una pagina del Vangelo di Giovanni: “Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me non lo respingerò”. Alla fine della messa, il sacerdote accenna una breve riflessione, dice: “Dobbiamo pregare il Signore perché aiuti chi sta sulla terra a fare la sua volontà”.

Alle 8.30 l’urna con le ceneri del capomafia protagonista di una lunga stagione di sangue e complicità eccellenti è già dentro la tomba di famiglia, nel cimitero che ospita altri mafiosi di rango, come Luciano Liggio e Michele Navarra, ma anche martiri della mafia, come il sindacalista Placido Rizzotto.

Intanto, il cimitero resta off-limits. Fuori e fra i viali ci sono i poliziotti della squadra mobile di Palermo, del commissariato, i carabinieri della Compagnia. Un blindato della Finanza, con agenti in tenuta antisommossa, è poco distante. Un altro blindato, della polizia, è accanto alla villa dei Provenzano, all’ingresso del paese.

Viene scortato anche padre Francesco Pio. Prima di salire sull’auto della polizia e tornare sulla rocca, dice: “Dio vuole che tutti gli uomini si salvino. E’ il messaggio di speranza nell’anno della misericordia voluto da Papa Francesco”.

Qualche minuto prima delle dieci, i Provenzano vanno via. Sulla tomba di famiglia è scritto solo “Famiglia Provenzano”, nessun riferimento al boss, nè il nome, nè la foto, ci sono solo le immagini dei suoi genitori e del fratello Simone. I familiari vanno via, vanno via anche i poliziotti, si avvicinano alcuni anziani in visita ai propri defunti: si fermano per un attimo davanti alla tomba dei Provenzano, con i fiori freschi e i lumini ancora accesi, e si fanno il segno della croce.

Tratto da: repubblica.it

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