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Compensi non autorizzati: Corte dei conti assolve l’ex presidente Silvana Saguto

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I giudici contabili hanno ritenuto legittimo un provvedimento

Il collegio della Corte dei Conti, presieduto da Luciana Savagnone, ha assolto l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, che era stata citata in giudizio dalla Procura contabile per danno erariale nei confronti del ministero della Giustizia. L’ex presidente era finita davanti ai giudici contabili per avere autorizzato il pagamento di compensi destinati a tre coadiutori dell’amministratore giudiziario, ai quali erano stati conferiti anche incarichi aziendali nell’impresa oggetto dell’amministrazione giudiziaria, facendo gravare indebitamente sullo Stato il relativo complessivo importo di 35 mila euro. La vicenda si colloca nell’ambito della gestione dei beni sequestrati e trae origine da una relazione ispettiva del 2016.

Dalla relazione era emerso, infatti, che, nel corso della gestione di una azienda sequestrata, la Saguto aveva autorizzato con provvedimento del 15 aprile 2015 la liquidazione dell’importo ponendo lo stesso a carico dell’Erario. Gli Ispettori avevano sostenuto, sostanzialmente, l’estraneità della spesa in questione alla fattispecie autorizzata dalla norma, con conseguente danno per l’amministrazione statale che aveva indebitamente sostenuto il relativo esborso. Secondo i giudici contabili, invece, l’azione della Saguto fu legittima. In questo processo, la giudice era difesa dall’avvocato Domenico Pitruzzella.

“In buona sostanza – si legge nella sentenza – le nomine in questione e la determinazione dei relativi compensi (peraltro quantificati “in misura inferiore a quella già spettante al proposto e ai suoi familiari”) vanno inquadrate nel novero degli atti funzionali all’attività economica dell’azienda. In altri termini, i tre professionisti in questione sono stati chiamati sostanzialmente dallo Stato per assicurare, quali collaboratori, quella continuità imprenditoriale necessaria alla conservazione del bene azienda che, per le predette ‘esigenze di discontinuità, rispetto a momenti di illiceità o irregolarità pregressi’, non poteva più, per legge, essere affidata ai parenti del proposto.

“Il contestato provvedimento con il quale l’odierna convenuta ha autorizzato il pagamento controverso ponendo lo stesso a carico dell’Erario con diritto a recupero in caso di revoca del sequestro – scrivono i giudici – risulta, dunque, conforme alla disciplina che regola la fattispecie”.

Il 22 gennaio, inizierà a Caltanisetta il processo che vede imputata Silvana Saguto di associazone a delinquere e abuso d’ufficio. Alla Corte dei Conti è poi in corso un altro procedimento, sulla gestione dei beni sequestrati da parte della presidente finita sotto accusa.

Tratto da repubblica.it

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Redazione

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