Giorno 9 maggio, subito dopo il corteo per ricordare Peppino Impastato, poco prima dell’inaugurazione della Biblioteca Comunale nella casa che fu del boss Gaetano Badalamenti e che, nonostante da dieci anni gli amici e compagni di Peppino propongono di chiamare Casa Nove maggio viene sempre chiamata casa Badalamenti, ci sono state scintille tra alcuni soci dell’Associazione Peppino Impastato e il sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo. Due anni e mezzo fa, il precedente sindaco Salvatore Palazzolo, dopo una serie di diatribe durate una decina di anni, aveva sottoscritto con l’Associazione Impastato, rappresentata dal suo presidente Salvo Vitale e con Casa Memoria un contratto di comodato d’uso per dodici anni dei locali del pian terreno, compreso il garage. L’associazione aveva ottenuto anche l’ingresso da Corso Umberto. Con l’inizio dei lavori per la ristrutturazione del primo piano il garage era stato occupato dalla ditta che aveva vinto l’appalto, con l’impegno che, quando tutto fosse stato ultimato, il garage ritornava all’associazione. Invece, a dire dei soci dell’Associazione, con un colpo di mano e senza alcun precedente contatto, il nuovo sindaco, nel passato febbraio, ha disposto, con apposita delibera di giunta, la revoca dell’assegnazione e il ritorno del garage ai beni del Comune, giustificando l’atto con la necessità di provvedere a una serie di infrastrutture utili alla biblioteca installata al piano di sopra, del tipo autoclave e impianti vari. In verità era stato concordato che questi impianti, previa perizia concordata tra l’allora responsabile tecnico del comune architetto Giaimo, l’ing. Carlo Bommarito, vicepresidente dell’associazione, e il suo Presidente, che tali impianti dovessero e potessero essere ubicati in una parte del garage, che sarebbe rimasta di competenza del comune. Adesso invece il Comune si è riappropriato di tutto il garage, non tenendo conto dei dodici anni di validità del comodato d’uso concesso dal suo predecessore. Fra l’altro venivano anche cambiate le serrature e veniva così precluso l’accesso ai soci dell’Associazione.
Malgrado la comunicazione fatta dal sindaco non pare che, al momento, l’Associazione abbia preso alcun provvedimento per impugnare nei tempi previsti la delibera, non ha esposto il caso alle forze dell’ordine con una denuncia, ha comunque scritto una lettera di protesta al Sindaco e, per conoscenza all’Agenzia dei beni confiscati di Reggio Calabria, ed ha chiesto una mediazione a Giovanni Impastato, il quale ha risposto di riparlarne dopo il 9 maggio. Rimane il fatto che alcuni soci dell’Associazione, si sono presentati con un cartello appeso al collo, chiedendo al sindaco, come già avevano fatto pubblicamente durante il comizio di chiusura del corteo, la revoca della delibera. Il sindaco ha commentato che si trattava di “arlecchinate”, provocando un forte risentimento da parte dei manifestanti.
Alla bagarre, che minacciava di diventare surriscaldata, sono intervenuti, per placare gli animi, i sindaci Accorinti e Orlando, proponendo un incontro e notando che non era quello il momento per sollevare il problema. È chiaro che la privazione del garage non consentirà più all’Associazione di avere uno spazio per promuovere iniziative culturali e riunioni varie. Con l’impegno, improbabile per un futuro incontro, si è potuto alla fine dar luogo all’inaugurazione della biblioteca, in un posto che acquista un significato simbolico: quel luogo dove c’era la mafia adesso è diventato un luogo in cui, per dirla con Felicia Bartolotta Impastato, “con la cultura si sconfigge la mafia”.
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