Cinisi, 9 maggio: noi non ci saremo
Oggi, nel 39° anniversario della morte di Peppino Impastato, non saremo presenti alle iniziative che Casa Memoria, cioè Giovanni Impastato, ha organizzato.
Non ci saremo, per evitare tensioni, ingiurie, come quelle dello scorso anno, fatte nei confronti di due nostri redattori, due ragazzi venuti da Bari e da Bologna, che avevano chiesto un’intervista e si sono visti aggredire volgarmente da Giovanni Impastato;
Non ci saremo perché le iniziative in programma non ci sono sembrate meritevoli di attenzione particolare: anche quello che è stato detto e scritto sul casolare, che “È stato riaperto per l’occasione”, quando invece in qualsiasi momento dell’anno bastava spostare la sbarra per entrare, o che è stato ripulito, dopo essere stato lasciato come ricovero per mucche da 39 anni, ci sembra più un evento da passerella, con la solita promessa di prendersi cura di questo posto e acquisirlo, da parte di Regione e Comune, mentre poi, passato il 9 maggio, tutto ritorna come prima;
Non ci saremo perché l’antimafia che portiamo avanti, di cui qualche magistrato ha detto di non avere bisogno, è molto più seria di quella portata avanti e umiliata da magistrati corrotti, le cui manovre abbiamo denunciato, da altri magistrati che hanno tentato di coprirne le malefatte o di scaricare sul nostro operato la loro voglia di vendetta. Quello dei beni sequestrati rimane uno dei più grossi affari in Sicilia, sul quale è urgente e necessario chiarirsi le idee e prendere decisioni che possano aiutare l’economia siciliana ad andare avanti, non a fallire. È di questo che, per ricordare Peppino si dovrebbe anche parlare;
Non ci saremo perché non condividiamo la superficialità con cui vasti settori del giornalismo e i signori dell’informazione si prestano a facili condanne, suggerite dai magistrati, dai cui è poi difficile riconquistare la propria identità e dignità; di tutto questo la nostra emittente è stata vittima ed è ancora impegnata a difendersi dall’offensiva diffamatoria scatenata nei suoi confronti; oggi che “la querela ha sostituito la pistola” non ci vuole molto a chiudere le bocche scomode. Peppino aveva intravisto lucidamente che l’informazione è il nodo centrale della nostra società, ma nessuna legge tutela adeguatamente chi informa diversamente da quanto fanno “i leccaculo di regime”;
Non ci saremo per rispetto a Peppino, che per noi è sempre stato un punto centrale di riferimento che ha ispirato il nostro modo di fare informazione e controinformazione; in tal senso non possiamo fare a meno di ringraziare Salvo Vitale che da anni continua il lavoro che portava avanti con Peppino Impastato a Radio Aut e che è stato ignorato e addirittura cancellato dai suoi stessi ex-compagni. Sono queste le miserie dell’antimafia di cui “non abbiamo bisogno”.
Malgrado tutto, per dirla con quanto è scritto su un famoso striscione, “Con le idee e il coraggio di Peppinno noi continuiamo”
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