Caso Saguto: spunta fuori il nome del giudice Tona

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Il suo nome sarebbe venuto fuori da alcune intercettazioni fra il giudice e il chiarissimo prof. Carmelo Provenzano, dell’università Kore di Enna, ovvero la persona che la Signora Saguto progettava di sostituire con Cappellano Seminara, ormai troppo chiacchierato.

Giovan Battista Tona oggi è consigliere della Corte d’appello nissena, dove lavora da molti anni e si è anche occupato, con il ruolo di GIP delle stragi del ’92: è uno dei magistrati più impegnati sul fronte antimafia.

Il suo nome viene fuori da alcune intercettazioni fra il giudice e il chiarissimo prof. Carmelo Provenzano, dell’università Kore di Enna, ovvero la persona che la Signora Saguto progettava di sostituire con Cappellano Seminara, ormai troppo chiacchierato. Dei rapporti molto stretti tra Provenzano e la Saguto ci siamo già occupati, considerato che costui si era adoperato, anche aiutando o scrivendo egli stesso la tesi di laurea per il figlio della Saguto e adoperandosi poi con il rettore per fargli conseguire questa laurea. Provenzano era “suggerito” come coadiutore presso alcuni amministratori giudiziari, come Santangelo o Rizzo dalla Saguto, e in realtà assumeva la funzione di principale responsabile. Assieme al prefetto Cannizzo la Saguto progettava già di adoperarsi per fargli avere l’incarico di amministratore giudiziario presso il centro “CARA” di Mineo, un grosso incarico con un vasto giro di milioni di euro. Nelle intercettazioni, risalenti all’agosto 2015, che vengono adesso fuori si riscontra una stretta amicizia tra Tona e Provenzano, e Tona è prodigo di consigli nei riguardi della funzione di “supervisore”, affidata dalla Saguto a Provenzano, per quanto riguarda l’amministrazione dei beni sequestrati ai Virga di Marineo, dove, su forte pressione del colonnello Fabrizio Nasca era stato nominato amministratore Giuseppe Rizzo. Di Rizzo la Saguto non aveva grande stima, anzi, non ne aveva proprio: Provenzano, nel riferire di questa presunta incapacità di Rizzo a Tona, gli dice che “Silvana è incazzatissima”, che ha in mente di sostituirlo, forse con lui, ma Tona frena, lo invita a una strategia più sottile, che è quella di controllare Rizzo e stargli addosso facendo leva sulla propria preparazione culturale e gestionale.

“Fai capire ca ca (qua) non è che si va pi canuscenza e amicizia, si va perché uno sape fare cose e per converso ottieni il risultato…”. Tona consiglia di seguire attentamente l’operato di Rizzo: “Fai in modo di fare tutto tu… finché poi a un certo punto il giudice avrà motivo di considerati il tuo interlocutore… sempre facendo tutto piano piano fin quando lui (Rizzo) a un certo punto more sulo (muore solo)”. Provenzano rileva che “Rizzo sta creando un mostro, si sta mettendo in tutte le amministrazioni che gli permettono di avere un reddito da 50/70 mila euro mensili”. Leggiamo su Live Sicilia che, dalle conversazioni trasmesse a Catania sembrerebbe emergere che il magistrato nisseno era bene informato del modus operandi dei colleghi palermitani e anche dell’operato di Cappellano Seminara” e lo citiamo tra virgolette, visto che negli ultimi tempi qualsiasi frase che può lasciare qualche possibilità di denuncia nei nostri confronti, è utilizzata per chiuderci la bocca. Nulla di nuovo o di rilevante, e comunque la pratica è stata inviata ai giudici di Catania, competenti per territorialità, per Caltanissetta, i quali dovranno riscontrare se il rapporto tra i due abbia qualcosa di penalmente rilevabile.

Tona ha fama di essere un magistrato serio e rigoroso. Per la verità siamo rimasti sorpresi del suo operato, e lo abbiamo detto da questa emittente, allorchè ha nominato come amministratore giudiziario Cappellano Seminara, riguardo il sequestro dei beni di un imprenditore di Catania, Antonio Padovani. Cappellano si è ripetutamente servito, in questo caso, della consulenza di Lorenzo Caramma e tutti e due si sono dati da fare per ridurre a zero l’impresa di Padovani, che si occupava di slot machines. Legittimo porsi il quesito: perché nominare un amministratore di Palermo, cui bisognava pagare le trasferte, e non uno di Catania?

Il nome di Tona ritorna anche tra tutti quelli che ogni anno si riunivano presso l’abbazia Sant’Anastasia, per fare il convegno sui beni sequestrati e un corso sugli amministratori. Nel 2015 il corso si è svolto dal 30 agosto al 5 settembre ed erano presenti oltre 30 i relatori tra cui, in ordine alfabetico: Antonio Balsamo, Magistrato, Presidente Sezione Misure di Prevenzione di Caltanissetta; Francesca Cannizzo, Prefetto di Palermo; Piero Grillo, Magistrato, Presidente Sezione Misure di Prevenzione di Trapani; Giuliana Merola, Magistrato, Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia; Umberto Postiglione, Direttore Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati; Silvana Saguto, Magistrato, Presidente Sezione Misure di Prevenzione di Palermo; Giovanbattista Tona, Magistrato, Corte d’Appello di Caltanissetta; Costantino Visconti, Docente di diritto Penale, Università di Palermo. Più o meno gli stessi dello scorso anno. Sempre con mangiata gratis. Per le prenotazioni, troviamo scritto sul sito, rivolgersi al dott. Diego Di Mariano. Praticamente il plenum dei magistrati italiani che si occupano di misure di prevenzione, il tutto organizzato dalla sapiente regia di Carmelo Provenzano. Il che può darci un’idea del tipo di rapporti che intercorrevano tra coloro che abbiamo citato, senza cedere alla tentazione di fare di tutta l’erba un fascio.

Anche dal decreto di sequestro dei beni della Saguto viene fuori il nome di Tona; leggiamo:

in data 14/09/2015, Saguto Silvana contatta Muntoni Guglielmo dicendo che il CSM ha aperto un procedimento e che ha bisogno di un “difensore”. Quindi, la Saguto chiede al suo interlocutore se voglia farlo lui ma Muntoni risponde negativamente e che si confronterà con Pignatone Giuseppe. Poi, Muntoni suggerisce il nome di “Claudio Castelli’, Saguto dice di non conoscerlo e Muntoni precisa “quello di Milano ex segretario di M.D., dirigente del ministero…un grande organizzatore e soprattutto è un difensore…ha vinto tutte le cause”. Nel corso della telefonata, Muntoni dice “ho fatto una telefonata a Fabio” (Licata, ndr) poiché lo aveva “sentito scosso”. Quindi, Muntoni continua dicendo che ha sentito anche “Giovanbattista” (Tona, ndr) e che anche lui era “avvilito” come anche “Giuliana” (Merola, ndr). […] Al min. 10:47:21, la Saguto afferma “il fatto che abbiano indagato Tommaso Virga mi rassicura perché dico ‘ma allora sono veramente stati superficiali’, perché dico ‘questa era cartolare…tu, prima di dire che c’è stato un procedimento, non te lo acquisisci il procedimento e vedi se c’è entrato magari Tommaso Virga….dici ‘vediamo la Saguto che procedimento ha avuto, vediamo chi lo ha fatto, chi lo ha steso, che l’ha aiutata’…avrebbero saputo che non c’è mai stato un procedimento, proprio in questi ultimi anni, dei 4 anni di VIRGA io ho avuto la nomina a presidente di sezione…forse da lui, forse…no da lui, prima di lui….e quindi ho avuto gli encomi perché sono stata ovviamente valutata per andare la e lo stesso la conferma della…della cosa…no procedimenti disciplinari, ma procedimenti che dicevano grande professionalità, questo è il consiglio giudiziario…questo è… Virga non c’entra niente e ti ripeto, non è manco amico mio“.

Aspettiamo i risvolti dell’indagine per saperne di più.

3 Commenti
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