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Caso Saguto, il M5S chiede ad Alfano la rimozione del prefetto Cannizzo

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“Rimozione del prefetto di Palermo ed invio di commissari ministeriali nel capoluogo siciliano”. È questo, in sintesi, quanto chiedono i deputati palermitani del M5S alla Camera, Nuti, Di Benedetto, Di Vita, Lupo e Mannino con una interrogazione indirizzata al ministro dell’Interno Alfano.

Per i 5 parlamentari siciliani è infatti improponibile la permanenza a villa Whitaker dell’alto rappresentante delle istituzioni, dopo le notizie diffuse a mezzo stampa che vedrebbero la dottoressa Cannizzo coinvolta nel caso Saguto.

“In particolare – scrivono i deputati nell’interrogazione – emergerebbero raccomandazioni incrociate tra il prefetto Cannizzo e il magistrato Saguto per l’assunzione o la nomina di soggetti a loro vicini”.

L’interrogazione, tra le altre cose, cita anche un articolo del Giornale di Sicilia dal quale “sembrerebbe emergere una complicità tra la dottoressa Saguto, l’avvocato Cappellano Seminara e, addirittura, l’attuale prefetto dottoressa Cannizzo, allo scopo di neutralizzare il giornalista Giuseppe Maniaci e la sua emittente, rea di avere alimentato e supportato le denunce, successivamente riprese anche dal prefetto Giuseppe Caruso…”

Le notizie diffuse dalla stampa – per gli interroganti – farebbero emergere “un sodalizio tra il prefetto Cannizzo e il magistrato Saguto, avente lo scopo di sfruttare la propria posizione all’interno della pubblica amministrazione per garantire vantaggi e arricchimenti personali o di terzi”.

“Tutti fatti – afferma Riccardo Nuti, primo firmatario dell’interrogazione – che cozzano con i dettami costituzionali contenuti in particolare agli articoli 97 e 98, che stabiliscono che i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione e che i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della nazione”.

“L’allontanamento del prefetto – conclude Nuti – dopo quanto è emerso è un atto dovuto. Non è immaginabile che nel periodo delle indagini e di un eventuale processo ci siano ombre di questa portata all’interno delle istituzioni. La popolazione ha appreso di possibili comportamenti inopportuni del prefetto e lascia basiti che finora né il ministro Alfano né nessun altro abbiano avanzato questa ipotesi, che rappresenta un segnale di normalità. Ci meraviglia inoltre il mancato invio di ispettori ministeriali in prefettura, cosa che speriamo avvenga al più presto”.

Sulla questione interviene anche il capogruppo Cinquestelle all’Ars, Giorgio Ciaccio:

“Bisogna ridare credibilità alle istituzioni e le istituzioni dello Stato nella quinta città d’Italia non possono permettersi di avere nessun’ombra. In altri Paesi il senso istituzione è così elevato che ci si dimette perfino per aver copiato poche righe di una tesi di laurea. Questo – conclude – è il paese che vogliamo, ed è per questo che il prefetto Cannizzo, dopo quello che è venuto a galla in questi giorni, non può più rappresentare la Stato in questo territorio”. 

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Redazione

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