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“Caro Roberto Saviano, la lotta alle mafie non deve avere colori politici”

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Per la stragrande maggioranza delle persone la mafia è un’associazione a delinquere. Tuttavia, la parola “mafia” rimanda a molteplici significati.

Per la stragrande maggioranza delle persone la mafia è un’associazione a delinquere. Tuttavia, la parola “mafia” rimanda a molteplici significati, che definiscono l’agire umano per quanto attiene agli aspetti più deteriori che lo connotano, quali la violenza, l’esclusione, il malaffare, il crimine, per permettere il monopolio del potere di alcune persone, in ogni ambito della vita umana.

Si riscontra l’esistenza di una mentalità mafiosa, molto diffusa e radicata, non violenta dal punto di vista fisico, che rappresenta la mentalità del potere che, spesso, anche se non sempre, determina l’identità degli ambiti principali dell’esistenza umana e, fra questi, quello economico, seguito subito dopo da quello politico.

Si verifica, per tale motivo, che la società civile è permeata da lobby di potere che decidono quali debbano essere i soggetti che la governano. Molti interessi economici scaturiscono da tale modo di dominare la realtà, nei campi più svariati.

Quando si parla di raccomandazione, termine molto in uso, si parla di uno dei modi più comuni mediante cui si esprime la mentalità mafiosa.

C’è da chiedersi se un mondo migliore è possibile?

Senz’altro: impegnandosi per l’affermazione della democrazia.

La mafia, difatti, in quanto alimentata dalla violenza, espressa materialmente oppure moralmente, è l’antidemocrazia per eccellenza.

Si può, mediante la diffusione di una cultura parallela, che affermi la democrazia, creare un’alternativa di governo della realtà. Questo dipende, non vi è dubbio, dalla lealtà di quanti a tale impegno si accingono.

Bisogna tenere in considerazione che la concezione mafiosa della vita, ossia la ghettizzazione della realtà, non ne ha determinato l’espressione delle sue reali potenzialità, tenendola ferma nel regresso.

Da tale mentalità è proliferata la povertà, di cui, attualmente, si raccolgono i risultati deleteri.

Tuttavia, il terzo millennio, che può definirsi l’epoca della verità, con l’acuirsi della povertà nelle sue forme più estreme, ha posto in luce una necessità impellente, quella di lottare per l’inclusione, pena il decadimento definitivo ed irreparabile nell’indigenza.

L’impegno è di carattere morale e culturale.

Noi che ci occupiamo di comunicazione dobbiamo accogliere l’appello che tanta miseria economica ed insieme morale rivolge alle nostre coscienze.

Dobbiamo, perciò, veicolare nuovi contenuti che pongono al centro il valore sacro di ogni individuo, che insieme agli altri individui, dà vita alla democrazia, unica forma di potere che può governare la realtà e farla crescere, perché fondata sull’amore per il prossimo, sul valore della dignità umana e perché sa discernere l’economia che si dirige verso l’altruismo da quella impoverente che si fonda sull’egoismo, ossia sul potere di pochi, accecati dall’odio e dall’amore per il potere fine a se stesso.

Riscatteremo dal degrado il concetto di Stato, di Nazione, il concetto di lavoro, il concetto di cultura, il concetto di politica.

Roberto Saviano ha denunciato la camorra e bisogna prendere atto del suo coraggio. Ultimamente, però, inciampa spesso nel propagandismo politico. Si è probabilmente dimenticato che la lotta alla mafia non deve avere colori politici, ma deve essere volta a diffondere la libertà di pensiero, di parola, di autoaffermazione.

[team title=”di Biagio Maimone” subtitle=][/team]

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Redazione

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