Fine settimana di intenso lavoro quello appena trascorso per i carabinieri della Stazione di Calatafimi Segesta diretti dal Maresciallo Giuseppe De Rosa e coordinati dal Comando Compagnia di Alcamo diretto dal Capitano Savino Capodivento. Nella mattinata di ieri, è arrivata una segnalazione alla Centrale Operativa della Compagnia di Alcamo da parte del Pronto Soccorso, in quanto, poco prima, era stato accompagnato dall’ambulanza del 118 un cittadino straniero che presentava varie contusioni dovute a percosse e che lo stesso aveva riferito essere riconducibili ad un sequestro di persona.
Immediatamente i militari si sono recati sul posto, l’uomo, in barella, con il volto ed il corpo completamente tumefatti , è stato identificato in O. Vlad, rumeno domiciliato a Calatafimi Segesta dove ha affermato di lavorare come pastore.
I carabinieri sono rimasti sul posto attendendo che il cittadino rumeno riuscisse a fornire qualche indizio utile con l’ausilio di un interprete.
Dalle dichiarazioni rilasciate ai militari è stata ricostruita la vicenda, la vittima la sera prima alle ore 20:00 circa, aveva ricevuto una telefonata da un suo connazionale, tale VLASE Vasilica, il quale gli chiedeva di andare a casa sua. Durante il percorso ha incontrato un altro suo connazionale BABIUC SEVER Catalin, che lavorava con lui in un ovile a Calatafimi. Insieme i due, poco dopo, si sono incamminati verso la casa del Vasilica. Giunta sul posto la vittima si seduta al tavolo ed è stata ragiunta da, VLASE Ionut.
Nel frattempo il Vasilica si è procurato un tubo in gomma, e dopo aver spinto a terra Vlad, insieme al fratello e al Catalin, a turno, lo hanno bloccato mentre il terzo lo ha picchiato con il tubo in gomma e successivamente con un bastone di legno e con un ascia dal lato non tagliente. Durante le percosse sia il Vasilica che il Catalin hanno puntato più volte un coltello alla gola del malcapitato e lo hanno minacciato di morte nel caso si fosse rivolto alle autorità. La vittima ha raccontato di non aver avuto possibilità di fuga poiché i tre connazionali avevano chiuso la porta di casa a chiave. Durante le percosse aVlad è stato sottratto un telefono cellulare Samsung, i documenti personali e di 150 euro.
Alle ore 05:00 circa, i tre shanno interrotto le violenze per andare a dormire, non prima però di averlo ulteriormente minacciato e lasciato seduto su una sedia della cucina.
Alle ore 06:30 circa successive uno dei tre aguzzini Ionut è uscito di casa per andare al lavoro non chiudendo a chiave la porta, intimando al Vlad di non muoversi prima che si fosse alzato il fratello Vasilica. Invece, poco dopo, la vittima, approfittando del fatto che la porta non fosse chiusa a chiave, si è data alla fuga nascondendosi nei pressi di una vicina abitazione fino all’arrivo dei soccorsi.
I medici del pronto soccorso terminata la visita hanno riscontrato a Vlad un trauma cranio facciale, ecchimosi multiple alla regione dorsale e un trauma addominale stimando la prognosi in quindici giorni.
I militari, ricostruita la vicenda, si sono immediatamente recati presso l’abitazione del VLASE Vasilica, a Calatafimi Segesta, teatro del sequestro e delle sevizie, dove è stata effettuata una immediata perquisizione al fine di rinvenire cose o tracce pertinenti il reato. Giunti sul luogo, è stata eseguita una perquisizione personale e domiciliare di VLASE Vasilica e del connazionale BABIUC SEVER Catalin, nel corso della quale sono stati ritrovati il cellulare, i documenti della vittima e i 150 euro, nonché numerosi oggetti probabilmente usati nelle ore del sequestro come bastoni, accette, coltelli, tubi in gomma, forbici, martelli, alcuni dei quali con tracce di sangue, che sono stati contestualmente sottoposti a sequestro.
Alla luce di quanto emerso il VLASE Vasilica e il BABIUC SEVER Catalin, sono stati arrestati e successivamente dopo una breve ricerca è stato arrestato anche il terzo complice Ionut, rintracciato in una campagna presso cui lavorava come bracciante.
Avvisato telefonicamente il P.M. di turno presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Trapani – Dott. Massimo Palmeri, ha disposto il trasferimento degli arrestati, al termine delle formalità di rito, presso la Casa Circondariale di Trapani a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Gli inquirenti ritengono che dietro all’efferato gesto non vi sia soltanto il movente della rapina, quanto piuttosto un regolamento di conti tra connazionali. Su quest’ultima pista, che tuttavia richiederà ulteriori approfondimenti, si mantiene il massimo riserbo.
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