Ricordiamo che attualmente il Consiglio Comunale si è auto sciolto e che le sue funzioni sono espletate da un Commissario straordinario. Una Commissione d’indagine era stata invece nominata dal Prefetto Antonella De Miro per verificare eventuali anomalie rispetto agli atti amministrativi, alle delibere, ai bilanci e a quanto compete la gestione politico-amministrativa del comune, e per accertare eventuali infiltrazioni mafiose. La Commissione, composta dal vice-prefetto aggiunto Maria Gargano, da Salvatore Siragusa, vice-questore aggiunto, dal capitano Guido Volpe, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Monreale, col supporto del Maggiore Giacinto Capone, del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza ha lavorato sodo per tre mesi di tempo esaminando minuziosamente atti, delibere di giunta, mandati di pagamento ed altro materiale scottante, inviando tutto al Prefetto, il quale ha poi predisposto la relazione che ha inviato al Ministro degli Interni, il quale dovrà poi pronunciarsi per decidere se ci sono gli estremi per arrivare allo scioglimento dell’amministrazione.
Il ministro ha novanta giorni di tempo e, considerato che la relazione è stata messa sul suo tavolo alla vigilia di Natale, la sua decisione dovrebbe arrivare entro il 23 marzo, giusto con l’inizio della primavera. Pare che gli elementi che hanno destato l’interesse della Commissione siano legati all’appalto dell’illuminazione urbana, dal 2001 nelle mani della stessa ditta, malgrado i reiterati impegni a realizzare una propria gestione. Ma il 2001 è l’anno in cui l’attuale il sindaco De Luca si è fatto garante del sig. Giovia presso la Banca Popolare del Mezzogiorno di Borgetto. E perché? Dopo qualche ricerca abbiamo scoperto che Giovia e De Luca sono primi cugini perché il padre di De Luca è fratello della madre di Giovia. Altro particolare è dato dal fatto che l’avvocato Giovia è genero, ma anche cognato di personaggi “ntisi”. Ma questa è un’altra storia, che comunque non si distacca dal principio, già da noi individuato, che tutto regge e intorno a cui tutto gira: “a famigghia”.
Per non parlare della vicenda dei loculi a colombaia, dove tutto è stato fatto non per appalto, ma per affidamento diretto: per lasciare tutto in famiglia progetto è stato realizzato dal fratello della moglie del sindaco, di cognome Ferrante, e la realizzazione, pare, si pare, ma non si vede, è stata affidata al sig. La Puma, nipote del vice sindaco Vito Spina, quello che, da tempo, diciamo essere legato a un malandrino cui piace saltare.
Nell’attesa della decisione che cala dall’alto possiamo solo notare che ci sono tutte le condizioni perché si realizzi una “primavera borgettana” con cui iniziare un nuovo corso, affidando ai cittadini la facoltà o di lasciare tutto come prima, come hanno già fatto per troppe volte, o di voltare pagina per assicurare a se stessi e ai propri figli una nuova strada liberi dalla cappa di piombo mafiosa che da troppo tempo ha avvolto il paese, dando in mano solo a pochi mascalzoni le redini dell’economia e la facoltà di poterla gestire a proprio piacimento attraverso estorsioni, ricatti, minacce, parentele sospette, violenze e, qualche volta anche omicidi. Ci sarebbe proprio da dar vita a una nuova lista da chiamare “Borgetto libera Borgetto”. Non è un sogno.
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