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Borgetto, cartelle pazze e altre spine dentro gli uffici dei tributi

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Borgetto: cartelle pazze, firme fuori data, incarichi, dimissioni per motivi di salute, delibere di nomine e altre spine dentro gli uffici dei tributi

Seguite bene queste date:

Il 4.5.2015 Al sig. Giuseppe Rappa è stata assegnata dal sindaco del comune di Borgetto la responsabilità dell’Area 2 “Economico-Finanziaria”, sino al 31.12.2015, anzi, fino a successiva nomina. Con lo scadere dei termini Rappa si sente sollevato, ma non è così. Pertanto il dipendente, che davvero vuole uscirsene, chiede di essere revocato dal suo incarico per motivi di salute, con lettera del 10.2.2016. Bisognerà aspettare sino al 25.3.2016 per avere finalmente una delibera di revoca. Nella stessa delibera si dà l’incarico alla dott.ssa Di Gangi Calogera, segretaria comunale, sino all’11.4.2016, cioè solo per 16 giorni, ma solo il 4.7.2016 il sindaco firma un decreto sindacale con il quale conferisce l’incarico al sig. Leonardo Russo, dipendente comunale di Partinico, con il consenso della giunta comunale partinicese, per 18 ore settimanali lavorative: si tratta di un incarico definito “a scavalco condiviso”. Che cosa si scavalca e che cosa viene condiviso da chi è scavalcato la delibera non lo indica, ma si dilunga invece a descrivere le ottime capacità professionali del dott. Russo, che quindi dovrebbe essere l’uomo giusto al posto giusto, “fino alla scadenza del mandato elettorale del sindaco”.

Siamo in possesso di alcune disposizioni di revoca di provvedimenti emessi, con firme che non dovrebbero esserci:

Un provvedimento di revoca destinato ad M.G.M del 10.5.2016 porta la firma di Giuseppe Rappa. Ma come? Non gli era stato revocato l’incarico il 25.3.2016? Come mai firma un atto un mese e mezzo dopo che non era più in carica?

Idem dicasi per un avviso di accertamento nei confronti del sig. M.G. del 27.7.2016: una firma tre mesi dopo che egli aveva abbandonato la carica. Nella stessa giornata Rappa firma un avviso di accertamento per il sig. Q.M.A., un altro per il sig. G.E, un altro per il sig. M.A., un altro per la sig.ra B.A., la quale, da un’imposta di partenza di 44.03 euro si ritrova a pagare nientemeno che 844 euro, per il sig. F.S., la cui imposta da una base di 1.329,46 euro salta a 2.905 euro. Che salto!!! E ancora, per la sig.ra D.G. che da 87,09 si vede chiesti 729 euro, per la sig.ra A.G., per la sig.ra F.G. i cui 47 euro saltano a 406, per il sig. C.A. che da 23 si vede accollare una polpetta di 196 euro, per la sig.ra D.P che da 25,71 balza a 199 euro, per la sig.ra B.R. che da 91,67 se ne va a 454 euro, per il sig. C.S. che da 5,57 passa a 160 euro, e, tanto per fermarci, anche se abbiamo ancora materiale per continuare all’infinito, citiamo il caso del sig. V.G, che da 250 euro fa uno spettacolare salto a 1.256 euro.

Ma le anomalie continuano con l’annullamento di un provvedimento di revoca destinato al sig. R.S. fatto in data 23.3.2016 e firmato dal dott. Leonardo Russo, il cui decreto di nomina è stato fatto il 4.7.2016. Russo firma quindi un atto cento giorni prima di essere nominato. Mistero.

Ma andiamo, anzi continuiamo con le cartelle pazze, a firma sempre del sig. Rappa, il quale, il 29.12.2015 notifica al sig. C.S che, su un’imposta accertata di 5,54 euro dovrà pagare 160,94 euro. Chiaro? 150 euro di sanzioni.

La sig.ra B.A, cui era stata accertata, per l’anno 2010 un’imposta di 5,20 andrà a pagare 163,43 euro; la sig.ra A.T., la cui imposta risultava essere di 0,07 centesimi andrà a pagare, con le varie sanzioni, 70 euro per il 2009, e 333 euro per il 2010,

il sig. D.M.S. con in’imposta di 5,78 fa un bel salto a 176 euro.

Se non avessimo le carte non vorremmo crederci: chi ha fatto ricorso l’ha spuntata o la spunterà, vista l’illegittimità del provvedimento con cui è stata incaricata della riscossione un’impresa di Lucca, con due C, non confondiamo con il sindaco. Ai poveracci che non hanno la dovuta assistenza non sappiamo come finirà. Di sicuro sarà difficile togliersi questa spina delle cartelle impazzite e fare un salto per ripristinare la normalità, presa d’assalto da queste strane anomalie che hanno il sapore dell’estorsione. Per non parlare delle firme fuori data. Per molto meno in altri paesi del Mondo si perde il lavoro, cosa che non auguriamo a nessuno, ma saremmo curiosi di conoscere i criteri che stanno sotto tutte queste stranezze.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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