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Beni sequestrati, ci scrive Serafina La Mantia, ex responsabile comunita “Giovanni Paolo II” di Marineo

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Lettera aperta di La Mantia Serafina, ex responsabile della comunità e alloggio per anziani “Giovanni Paolo II” sita a Marineo e che lo scorso 6 Luglio 2015 è stata sottoposta al sequestro Virga, indirizzata al professor Salvo Vitale e alla redazione di Telejato.

Egregio professore,

ci rivolgiamo a lei e all’opinione pubblica, sperando di trovare qualche riscontro a questa situazione che ormai va avanti da un anno e mezzo. Sono la signora La Mantia Serafina, responsabile (fino a un anno e mezzo fa) della comunità e alloggio per anziani “Giovanni Paolo II” sita a Marineo e che lo scorso 6 Luglio 2015 è stata sottoposta al sequestro Virga. Da premettere che noi con i Virga non abbiamo nessun tipo di rapporto in quanto siamo solo affittuari, con regolare contratto di affitto. Ormai da circa un anno e mezzo siamo sotto amministrazione giudiziaria, ma la situazione sta diventando insostenibile, in quanto sono vedova con una minore a carico senza pensione di vedovanza e né niente, l’unico sostegno fino a un anno e mezzo fa erano le rette degli ospiti della struttura che mi permettevano di poter sopravvivere insieme alla mia famiglia. Ma da quando è subentrata l’amministrazione non siamo più padroni dei nostri soldi (sudati e strasudati). Nonostante lavoro all’interno della struttura non percepisco stipendio perché dicono loro che non sono più responsabile, ma nonostante ciò non mi hanno allontanata dal posto di lavoro e continuo a svolgere le stesse mansioni di prima, sia all’esterno che all’interno della struttura e con la mia macchina personale. Per amore degli anziani copro i turni insieme a mia figlia che è messa in regola part-time per 4 ore al giorno. Il contratto di lavoro di mia figlia La Barbera Elvira è del 2009 e la retribuzione è di circa 600 euro mensili. Da quando è subentrato l’amministratore Privitera Giuseppe mia figlia non viene più retribuita regolarmente, in quanto le danno degli acconti. Fino a Febbraio di quest’anno quando a carico c’era l’amministratore Rizzo Giuseppe, ci mettevano nelle condizioni di poter tirare avanti; pagavano mia figlia puntualmente con bonifico bancario e con tanto di buste paga, cosa che ora non accade più. Ogni tanto il Dottor Rizzo mi faceva una ritenuta d’acconto, in quanto ho una minore a carico e nessun sostentamento. Il dottor Privitera in 9 mesi si è fatto vedere solamente 1 volta, manda un suo collaboratore una volta a settimana e per riscuotere le mensilità degli ospiti e ogni settimana ci lascia solo 50 euro. Qualche mese fa abbiamo fatto delle manutenzioni per la struttura e le  persone che hanno fatto questi lavori ancora oggi non sono state pagate nonostante abbiamo fatto pervenire le fatture all’amministrazione. Un paio di mesi fa mia figlia ha chiesto il CUD per poter accedere all’assistenza del tribunale e per il libero patrocinio in quanto non abbiamo reddito, ma non ce l’hanno permesso perché ancora oggi non si hanno notizie del CUD. Ora io mi chiedo, ma si può giocare fino a questo punto con la vita delle persone? Non avendo soldi non posso mandare nemmeno mia figlia a scuola in quanto si deve spostare da un paese all’altro con l’autobus. Abbiamo fatto sempre sacrifici per mandare avanti questa struttura e in un attimo arriva lo Stato e distrugge tutto. Se questa è la giustizia Italiana io mi vergogno di essere considerata tale. La scritta che c’è in tribunale “la legge è uguale per tutti” è una presa in giro, perché chi ha potere la legge la modifica a modo suo. Mi chiedo perché ad una disonesta come il giudice Saguto ancora oggi passano la scorta malgrado sia stata rimossa dal suo incarico. Auguro a questa signora, se così si può definire, di passare questo Natale come l’abbiamo passato noi l’anno scorso e come probabilmente lo passeremo anche quest’anno e altri anni a seguire. E se c’è un minimo di giustizia la deve pagare molto cara per il male che ha fatto a tutta la povera gente che non ha nulla a che fare con la mafia. La vera mafia parte dallo Stato. VERGOGNA!

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Redazione

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  • E' il "modus operandi" dello stato in particolare della cosiddetta "giustizia" TUTTE le attività fanno la stessa fine vengono cioè condotte deliberatamente al fallimento dopo che gli amministratori giudiziari le hanno svuotate di tutto.

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