Riceviamo e pubblichiamo (in fondo all’articolo, ndr) una richiesta di rettifica del sig Macaluso Francesco, rappresentante della Fillea CGIL di Palermo, il quale nega l’ipotesi che una sua nipote sia stata assunta presso la clinica Villa Teresa e sostiene che vadano chieste scuse non solo a lui, ma a tutto il sindacato.
Egregio sig. Macaluso, non siamo tenuti a rendere nota la fonte delle nostre informazioni, e vorremmo evitare di dare ulteriore spazio a questa vicenda che, se è vera, non tornerebbe ad onore di nessuno, se non è vera ci obbliga a rettificare l’affermazione e a scusarci per l’intercorso incidente, come facciamo, in attesa di ulteriori precisazioni. Quello che stupisce è che questo articolo, a parte alcune integrazioni, era stato già trasmesso il 19/12/2014 e non era stata fatta alcuna richiesta di precisazione, anche rispetto a qualche altra situazione che interessava qualche altro sindacalista della struttura.
Nel momento in cui lei chiede che le scuse siano fatte a tutta l’organizzazione sindacale, le facciamo presente che, come spesso succede, lei scambia il tutto per la parte, così che una piccola parte, che sarebbe lei, di un tutto, che sarebbe il sindacato CGIL, diventa il tutto. Ma non è così. Per esempio i furbetti del cartellino non sono tutti coloro che vanno a timbrare. Nessuno mette in discussione la funzione del sindacato, quando questo porta avanti il suo ruolo di difesa dei lavoratori e del loro posto di lavoro, ma non si può non considerare che, negli ultimi anni, questo ruolo sia scaduto e si sia affievolito. E comunque la grande storia della CGIL, ove non vogliamo andare troppo indietro, da Placido Rizzotto a Vittorio Foa, da Giuseppe Di Vittorio a Luciano Lama, è ben altra cosa rispetto a singoli rappresentanti sindacali di un’azienda di Bagheria che, nel nostro caso, non sono stati capaci di denunciare le discrasie di Villa Teresa susseguitesi negli anni, di cui abbiamo citato solo qualche episodio (sicuramente lei ne conoscerà molti altri).
La gravità inaudita di cui lei parla è nel fatto che il sindacato, ma non solo la CGIL, non è stato capace di fermare gli imminenti 110 licenziamenti e di organizzare alcuna decisa mobilitazione contro la disamministrazione di Andrea Dara, dei suoi collaboratori e dei suoi precursori. Ci sembrerebbe più opportuno assumere costui come controparte, e non noi. In tal senso, ove, assieme alla sua onorabilità ci siano da tutelare e difendere posti di lavoro disinvoltamente cancellati, di quella che una volta era una delle aziende più attive della Sicilia, ci ritenga a disposizione.
Saluti.
Prof. Salvo Vitale – 01/07/2016
Di seguito la lettera del sig. Macaluso
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