La rivista Lancet psychiatry ha pubblicato un articolo secondo cui lasciar credere ai bambini che esista Babbo Natale provoca un danno, secondo i ricercatori, anche perché intacca la fiducia incondizionata che i figli ripongono nei propri genitori. In tutta sincerità, le conclusioni della benemerita rivista non mi suscitano sorpresa ma m’intristiscono profondamente. Al di là di ogni possibilità valutazione psicologica scientifica, sarebbe fin troppo facile fermarsi a ricordare una banalissima realtà della vita quotidiana: milioni di bambini crescono serenamente e in armonia con i genitori nonostante gli venga raccontato (e fatto credere a) Babbo Natale. Mi permetto, quindi, di andare oltre e citare uno degli editoriali più coraggiosi e straordinari del giornalismo mondiale di tutti i tempi. Francis Pharcellus Church il 21 settembre 1897, rispondendo in un editoriale del New York Sun alla lettera di Virginia (giovanissima figlia di un lettore abituale del giornale), scrisse che “Babbo Natale esiste”, esattamente come “l’amore, la generosità e la devozione” che esistono per donare alla vita “bellezza e gioia”. E se così non fosse, “come sarebbe triste il mondo” perché “non ci sarebbe nessuna fede infantile, né poesia, né romanticismo a rendere sopportabile la nostra esistenza. Non avremmo altra gioia se non quella dei sensi e dalla vista. La luce eterna con cui l’infanzia riempie il mondo si spegnerebbe”. Nessuno lo ha mai visto, nessuno lo ha mai toccato, nessuno ci ha mai parlato, ma questo non cambia nulla. “Nessuno può concepire o immaginare tutte le meraviglie del mondo che non si possono vedere. Puoi rompere a metà il sonaglio dei bebé e vedere da dove viene il suo rumore, ma esiste un velo che ricopre il mondo invisibile che nemmeno l’uomo più forte, nemmeno la forza di tutti gli uomini più forti del mondo, potrebbe strappare. Solo la fede, la poesia, l’amore possono spostare quella tenda e mostrare la bellezza e la meraviglia che nasconde”.
Secondo Church i compagni di Virginia non credevano in Babbo Natale perché vittime dello “scetticismo tipico di questa era piena di scettici”. Come non pensare alla nostra attuale epoca storica, come non pensare ai nostri tempi odierni? Viviamo anni nei quali continuamente vien ripetuto che non si crede più in nulla, che è inutile avere ideali e utopie. Eppure milioni di persone, ad ogni latitudine e longitudine del Pianeta quotidianamente si lasciano guidare dalla solidarietà, dall’amore, dalla ostinata ricerca di giustizia e pace per questo nostro mondo. Senza mai arrendersi. Sono la dimostrazione che c’è qualcosa che va oltre le umane convinzioni, i quotidiani scetticismi, gli aridi materialisti di chi non vuol volare in alto. Sono coloro che dimostrano che oltre la tenda la fede, la poesia, l’amore, la bellezza, esistono e ci accompagnano. Cos’altro può guidare i comitati della “Terra dei Fuochi”, don Maurizio Patriciello e le migliaia di famiglie che hanno visto morire di tumore anche bambini di pochi mesi, se non qualcosa di più grande e forte di ogni concretezza umana? Cosa può aver spinto, mi consenta un esempio che mi tocca anche da vicino, Mario Ciancarella e l’Associazione Antimafie Rita Atria nella ricerca di verità e giustizia per Ustica e tutte le sue vittime se non fortissimi ideali e l’incrollabile convinzione che sia sempre possibile lottare per migliorare questo nostro mondo? Mario Ciancarella era capitano pilota dell’A.M. al momento della strage di Ustica. Negli anni era diventato punto di riferimento del Movimento Democratico dei Militari. Ricevuto dal Presidente della Repubblica Pertini nel 1979 “insieme a Sandro Marcucci e Lino Totaro, Mario Ciancarella era divenuto referente delle rivelazioni da tutta Italia delle vere o false ignobiltà che si compivano nel mondo militare”. A lui si rivolse, dopo la strage di Ustica, il maresciallo Mario Alberto Dettori che gli confidò “Capitano siamo stati noi … ” http://www.ritaatria.it/ArchivioNews/tabid/159/EntryId/940/CONFERENZA-STAMPA-Il-Capitano-Mario-Ciancarella-radiato-con-la-firma-falsa-di-Pertini-Adesso-bisogna-riscrivere-la-storia.aspx “Per questo suo ruolo di esponente di punta il Capitano Ciancarella divenne talmente scomodo da indurre “qualcuno molto in alto” a falsificare, nell’ottobre 1983, la firma del Presidente Pertini nel Decreto Presidenziale di radiazione. Un vero e proprio colpo di Stato. La copia del decreto di radiazione gli verrà consegnata, su sua richiesta, solo 9 anni più tardi e dopo la morte di Pertini. L‘Associazione Antimafie Rita Atria, con orgoglio, da 22 anni (da quando è stata fondata), lotta accanto a Mario Ciancarella senza mai retrocedere di un solo passo. Nonostante tutto e tanti, troppi consigli”. “Il Tribunale Civile di Firenze ha confermato i dubbi del Capitano Ciancarella (e anche i nostri): la firma del Presidente Pertini che compare sul quel decreto è un volgare falso. Tanto e’ stato accertato sulla base di due perizie – una di parte ed una disposta dal Magistrato – che hanno potuto rilevare come il falso sia tanto evidente quanto eseguito con assoluta approssimazione”. Nonostante l’ingiustizia subita, nonostante abbia visto morire Dettori e altri testimoni, Mario non si è mai arreso. Mostrando una forza d’animo titanica, che non può venirgli da “quel che vediamo”, dalle concretezze della vista e dell’udito. Il Piccolo Principe (sarà un caso che è uno dei libri più diffusi e letti al mondo?) disse che tutti gli adulti “sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano”. Dimenticandoci di essere stati bambini dimentichiamo la bellezza dei sogni, la visione che va oltre i 5 sensi e rendono migliore, poetica, degna di essere vissuta la quotidianità. Dimenticando tutto questo diventiamo gli adulti che hanno costruito questo nostro triste, luttuoso, freddo, sempre più disumano mondo fatto di guerre, intolleranze, odio, corruzione, malignità, inganni e tanto altro inquinamento dei cuori e delle anime. Al di là delle nostre scienze, dei nostri “concretissimi” pensieri, delle nostre “adulte filosofie”, lasciamo ai bambini (e magari impariamo a tornare a riconquistarla) la bellezza della fanciullezza, dei sogni, delle fiabe i cui personaggi non esisteranno nelle nostre strade, non potremo toccarli, vederli o parlarci ma sono più veri e autentici del 99% delle nostre “adulte esistenze”. E torniamo ad imparare da loro l’arte della convivenza, del cuore grande che tutto accoglie. Perché basterebbe vedere un qualsiasi bambino a cui è permesso essere bambino per scoprire che non c’è diritto che minacci altri diritti, che non c’è amore senza altro amore, che nessuna persona minaccia l’altra perché vuole vivere. E che non è Babbo Natale la “minaccia”, ma la nostra adulta ipocrisia, i nostri compromessi al ribasso, le nostre disumane ingiustizie.
Alessio Di Florio
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