Ai domiciliari gli amministratori giudiziari Nivarra e Morbito

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Man mano che passa il tempo si va dipanando la matassa intrecciata con cui Silvana Saguto aveva costruito il suo sistema legando attorno alla sua persona avvocati, commercialisti, magistrati, cancellieri e persino docenti universitari.

Oggi sono caduti nella rete dei magistrati di Palermo Gaspare Spedale e Claudia Ferrari, grazie anche alle indagini del Gruppo tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia tributaria della finanza, due stimati professionisti palermitani gli avvocati Luca Nivarra, 59 anni, ordinario di Diritto civile all’Università di Palermo, e Fabrizio Morabito, 50 anni. Il Tribunale civile di Palermo aveva loro affidato l’amministrazione giudiziaria di una cinquantina di immobili, ma pare che i due intascassero i soldi degli affitti, sino ad arrivare, ad oggi alla bella cifra di 325 mila euro. Per i due è scattata la custodia cautelare, e quindi gli arresti domiciliari essendoci il rischio di reiterazioni di reato e inquinamento probatorio.

Il nome di Nivarra era venuto fuori nel corso delle intercettazioni che hanno portato alla sbarra Silvana Saguto e una decina di suoi sodali. Il tutto gira sempre attorno al sequestro dei beni dei Rappa, che è stata la pietra in cui sono inciampati una serie di amici della Saguto, a cominciare dal magistrato Tommaso Rappa e da suo figlio Walter, che aveva ricevuto l’incarico, dalla Saguto, di amministrare i beni dei Rappa e che aveva nominato Nivarra come consulente legale per alcune pratiche legali che già altri professionisti stavano curando, arrecando all’azienda un danno di più di 45 mila euro per un anno, per coordinare, ma, secondo l’accusa solo sulla carta, cause che riguardavano la Finmed e la MedImmobiliare. Guardacaso tra Nivarra e Virga c’era un lungo rapporto, poiché si è scoperto che nel 2013, era stato bandito un concorso per ricercatori al dipartimento di Scienze giuridiche della facoltà di giurisprudenza e fra i componenti interni della commissione esaminatrice c’era anche Nivarra, che era pure stato relatore della tesi di laurea di Virga junior. Il 17 giugno Walter Virga era stato dichiarato vincitore del concorso e aveva preso servizio all’Università nel successivo mese di novembre. Pochi mesi, dopo, nel marzo 2014, il giovane Virga aveva ricevuto dal collegio presieduto da Silvana Saguto l’incarico di amministratore giudiziario dei patrimoni Rappa e Bagagli e qualche mese dopo aveva nominato proprio Nivarra come consulente.

Altro incarico che ha messo nei guai Nivarra è stato quello dell’amministrazione dei beni di Baldassare Saputto, morto il 31 luglio 2014, che aveva redatto un testamento in cui devolveva i suoi beni alla fondazione che portava il suo nome. Trattandosi di un ente non riconosciuto, il prefetto aveva suggerito la nomina di un amministratore. La sezione della volontaria giurisdizione del Tribunale di Palermo, nel 2006 presieduta da Tommaso Virga, padre di Walter, e rinviato a giudizio a Caltanissetta per abuso d’ufficio, nominò Nivarra che rimase in carica fino al 2014, incassando circa 100 mila euro per poi  passare la palla all’amico Morabito. I due, che erano amici e avevano già lavorato assieme, si sarebbero appropriati di oltre 300 mila euro. Da qui il sequestro di circa 160 mila euro disposto dal giudice Aiello. Morabito aveva restituito agli eredi del defunto denaro e titoli per oltre 67.000 euro, ritrovati “casualmente”, a suo dire, all’interno di “16 buste” tra la documentazione della gestione provvisoria.

Ma i traffici di Nivarra non si fermano qui: fra il 2007 e il 2013 era stato rappresentante legale dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, dove, nel 2013, Walter Virga aveva ottenuto un contratto di docenza a termine, rinnovato per due anni, in “Diritto, economia e legislazione dello spettacolo”.

Insomma un’amicizia consolidata sulla base del vecchio siciliano detto “Na manu lava l’autra e tutti dui lavanu a facci”

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