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Addio a Franco Buzzotta

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Oggi la sua postazione negli studi di Telejato è rimasta vuota

Franco Buzzotta si stava recando al lavoro, presso la Cantina Sant’Anna, nell’omonima contrada, sulla via che va a Grisì. L’impatto tra il Suv guidato da Franco e un autocarro proveniente dalla parte opposta, è avvenuto intorno alle 16 del 28 marzo, a un centinaio di metri dalla Cantina ed è stato violento. Il volante del Suv a causa dell’impatto si è girato verso l’alto, così come anche l’airbag che si è aperto, e niente ha potuto evitare l’impatto del volante con lo sterno. Per il resto il corpo non presentava altre ferite. Non si creda che ci fosse un eccesso di velocità: Franco non superava quasi mai i 60 km. Non si pensi anche a una distrazione causata dall’uso del cellulare, dove l’ultima telefonata segnata risaliva a due ore prima.

Difficile ipotizzare la causa dell’incidente: forse una distrazione da uno degli autisti dei due mezzi, forse un momento di stanchezza, forse un’errata manovra o un errato calcolo della distanza. Il suv di franco è stato investito nella fiancata del lato guida, interamente distrutto, mentre illesa è rimasta l’altra portiera. Interamente ribaltata la cabina del lato guida del camion, il cui autista ha riportato, assieme a un’altra persona che lo accompagnava, lievi ferite ed è stato ricoverati presso il vicino ospedale di Partinico.

Un testimone che si era fermato sul posto per raccogliere erbe, nel sentire lo schianto è accorso, ha chiamato subito il 113 e gli hanno risposto da Alcamo. Ha detto che si trattava di un incidente molto grave e che erano necessari urgenti soccorsi. Da Alcamo hanno avvisato Partinico e, dopo quasi mezzora sono arrivati la polizia e una prima ambulanza. Stando a quanto si dice, pare che Franco fosse rimasto lucido, al punto da declinare le sue generalità a coloro che si sono fermati per i primi soccorsi. Il testimone ha continuato a chiamare i vigili del fuoco: gli hanno risposto da Palermo, hanno chiamato Partinico, i vigili hanno capito male e si sono diretti verso Balestrate, sono poi tornati indietro ed è passata quasi un’ora. Il nostro testimone riferisce che i mezzi del 118 accorsi, prima di intervenire, magari tirando fuori il corpo dal lato dello sportello sinistro rimasto intatto, hanno invece aspettato l’arrivo dei pompieri, quando ormai non c’era più nulla da fare. Il corpo è stato portato a Palermo per l’autopsia e dovrebbe arrivare in giornata, in modo da poter consentire il funerale domani. Per una singolare circostanza Franco aveva accompagnato proprio ieri al cimitero il corpo del padre deceduto. Oggi è toccato a lui. Lascia la famiglia e due figlie, cui aveva dedicato tutta la sua vita.

Difficile dire o scrivere qualcosa quando succedono questi casi. Franco era un tipo di poche parole, gentile, onesto, garbato, serio. Di lui vogliamo ricordare ricordare solo due cose che abbiamo condiviso: la sua scelta di ambientalista, sempre presente nel Patto per la Salute e per l’Ambiente assieme agli scomparsi Nino Amato e il prof. Ciravolo, e in Legambiente, accanto allo scomparso Gino Scasso. Un impegno civile portato avanti con coerenza, con decisione e con costante presenza. L’altra cosa è la sua attività giornalistica a Telejato. Lavorava con la serietà di un professionista, scriveva i titoli e li registrava, leggeva e scriveva articoli di cronaca senza errori, senza suggerimenti, senza termini inutili. È rimasto a Telejato, anche quando si è abbattuta sull’emittente la bufera della magistratura su Pino Maniaci, perché credeva nell’importanza di un’emittente libera attraverso cui comunicare il suo pensiero e dare il suo contributo per il miglioramento della sua città.

Addio Franco. Grazie per il tempo passato insieme. Non riusciamo a dirti “ciao” perché non ti rivedremo più. In questo momento, mentre lavoriamo, pare ancora di sentirti vicino e di sentire la tua voce che trasmette.

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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